sabato 18 novembre 2017

Il settore terziario - Ricerca svolta

Il settore terziario

Il sistema dei trasporti terrestri

~ Gli spostamenti delle persone e delle merci avvengono attraverso il sistema dei trasporti,
un insieme di reti che avvolge tutto il nostro pianeta. Le reti (stradali, ferroviarie, aeree, marittime)
collegano fra loro alcuni centri principali, chiamati nodi. Uno stato possiede reti di
trasporto più o meno efficienti secondo la loro estensione e densità. Quest'ultima è data dal
rapporto tra la lunghezza delle reti stradali, ferroviarie ecc. e la superficie del territorio.
~ I trasporti su strada svolgono oggi un ruolo centrale negli spostamenti su distanze brevi
o medie: sono cresciuti costantemente e il 78% delle merci nel mondo viene spostato con autotrasporti.
Di pari passo sono cresciuti il traffico automobilistico, la congestione delle principali
vie stradali, l'inquinamento dei centri urbani. Le reti stradali a più alta densità si trovano
in Europa, Nordamerica, Giappone; tra le aree meno attrezzate ci sono invece l'Africa
sub-sahariana, la regione amazzonica, la Siberia.
~ Dei trasporti terrestri fanno parte infine i condotti (oleodotti, gasdotti, elettrodotti), vie
utilizzate non per il passaggio di mezzi di trasporto ma per lo spostamento di risorse energetiche.
Negli ultimi decenni hanno acquisito un'importanza strategica sempre maggiore e
si sono sviluppati soprattutto nelle aree dei paesi produttori di gas e petrolio, corrie il Golfo
Persico, il Nordafrica (gas algerino), la Russia, il Caucaso e l'Asia centrale, l'America andina.



I trasporti marittimi e aerei

..,._ Attraverso la navigazione marittima avviene la maggior parte degli scambi di merci su
lunga distanza. Il trasporto marittimo è più lento degli altri mezzi di trasporto, ma è sicuramente
il più economico e permette di spostare quantità notevoli di merci con una sola nave .
Il suo sviluppo è stato favorito dall'introduzione dei containers (se ne utilizzano 200 milioni
ogni anno), che possono essere trasferiti agevolmente su vagoni ferroviari e autotreni. I grandi
porti internazionali, infatti, dispongono di aree sempre più ampie e attrezzate per accumularli
e spostarli, controllate per lo più dalle grandi compagnie internazionali di armatori.
..,._ Le rotte più battute sono quelle dell'Atlantico settentrionale tra Europa e Nordamerica e
quelle del Pacifico tra Asia e America. I porti principali sono Rotterdam e Singapore. La maggior
parte della flotta navale mondiale appartiene a un gruppo ristretto di paesi, fra i quali
spiccano alcune potenze economiche come il Giappone, gli USA, la Russia, la Cina accanto a
stati di antica tradizione marinara come la Norvegia o la Grecia. In forte crescita sono le flotte
con bandiere di comodo, appartenenti a stati nei quali gli armatori hanno la possibilità
di aggirare le leggi e le imposizioni fiscali vigenti nei loro paesi. È il caso di Panama, Liberia,
Malta, Honduras.
..,._ Il trasporto aereo assorbe quasi tutto il traffico di passeggeri e di merci poco ip.gombranti
sulla lunga distanza. La maggior parte del traffico è concentrato sulle aerovie (corridoi aerei
della larghezza di 18 km, situati a 10 000 mdi altezza, entro i quali gli aerei devono volare
per evitare collisioni) che collegano l'Europa al Nordamerica e quest'ultima all'Asia. I quattro
hubs più importanti per numero di passeggeri sono Londra, New York (circa il 40% dei passeggeri
è assorbito dalle linee interne statunitensi), Chicago e Tokyo. Oggi oltre la metà del trasporto
passeggeri è effettuato da cinque grandi consorzi formati da compagnie aeree di diversi
continenti allo scopo di far fronte alla crescente concorrenza internazionale e coordinare
orari, tratte di volo, tariffe. Il consorzio Skyteam, per esempio, è formato da Delta Airlines
(USA), Air France (Europa), Korean (Asia), Aeromexico (America Latina) e Alitalia.

Il commercio internazionale

..,._ Dopo la creazione del WTO (Organizzazione mondiale del commercio, ~ unità 8) gli
scambi commerciali internazionali sono cresciuti costantemente. Oggi 1'80% delle esportazioni
riguarda prodotti agricoli e industriali, mentre il 20% i servizi. Negli ultimi anni sono
aumentati gli scambi di merci a tecnologia media (autovèicoli, prodotti chimici, elettrici) e
alta (elettronica, telecomunicazioni), di servizi finanziari e turistici, di prodotti minerari; è
diminuito invece il commercio di prodotti agricoli e di merci a bassa tecnologia (tessile, abbigliamento).
Un ruolo rilevante nel commercio internazionale è svolto dalle imprese multinazionali
che ne controllano circa la metà, anche se buona parte degli scambi da queste promossi
awiene tra le loro filiali situate in diversi paesi del mondo.
..,._ Le tre aree del mondo in cui si concentrano i 2/3 degli scambi sono l'Unione Europea, il
Nordamerica e l'Asia orientale. Negli ultimi decenni, in particolare l'Unione Europea ha visto
crescere la sua quota di commercio internazionale in modo costante e costituisce oggi l'area
commerciale più importante del mondo (42,5% del commercio totale), seguita dall'Asia
orientale. Sono in calo, invece, le quote di tutte le altre zone del mondo, specialmente dell'Africa
che detiene solo il 2% del commercio internazionale benché ospiti il 13% della pop9lazione
mondiale.
Tra i singoli paesi, gli USA sono al primo posto (10% circa del commercio mondiale), ma la
loro bilancia commerciale è in passivo: importano molte più merci di quante ne esportino.
Ciò awiene per due motivi: perché consumano più di quanto producano e perché importano
molte merci fabbricate all'estero da multinazionali statunitensi.
..,._ Negli ultimi anni i paesi meno sviluppati, le cui esportazioni si basano su poche materie
prime agricole o minerarie, sono stati penalizzati nel commercio internazionale. I prezzi delle
materie prime sono generalmente diminuiti(~ unità 9). Ciò significa che un paese produttore
di caffè o cacao, a parità di quantità esportata, ha incassato meno denaro, ma contemporaneamente
ha visto aumentare il prezzo di merci importate dal Nord del mondo, come farmaci,
macchinari ecc. Tutto questo non ha fatto altro che accrescere le difficoltà economiche dei paesi
più poveri del mondo.


Il turismo internazionale

~ Nell'ultimo secolo il turismo internazionale è diventato un fenomeno di massa. Questa
crescita spettacolare è stata resa possibile da diversi fattori: in primo luogo l'aumento della
disponibilità di reddito e di tempo libero per molti abitanti dei paesi più ricchi, poi lo sviluppo
dell'aviazione civile internazionale e la costruzione di numerose infrastrutture alberghiere
in alcune aree del mondo, infine la presenza di offerte vantaggiose.
~ Lo sviluppo del turismo è caratterizzato però da un'ineguale suddivisione geografica:
1'80% dei movimenti turistici mondiali è infatti originato dagli abitanti delle città del Nordamerica
e dell'Europa. Inoltre, le zone di destinazione dei turisti provenienti dai paesi ricchi
sono costituite da cinque grandi aree: zona euro-mediterranea (25%), Caraibi (20%), Sud-Est
asiatico (15% ), Europa centro-occidentale ( 20% ), Stati Uniti (15% ). La gran parte dei turisti internazionali
si concentra in non più di cinquanta località di grande richiamo: metropoli o città
d'arte (Parigi, Londra, Roma, Venezia, New York, Los Angeles, Pechino); luoghi di interesse naturalistico
o storico (piramidi egizie, piramidi azteche in Messico, Grand Canyon in Colorado,
Machu Picchu in Perù); stazioni balneari (Mediterraneo, Caraibi, Oceano Indiano), stazioni sciistiche
(Alpi, Montagne Rocciose), grandi parchi di divertimento (DisneyWorld, Legoland).
~ La maggior parte degli enormi profitti prodotti dal turismo internazionale va a quei paesi
del Nord del mondo che, oltre a contare il maggior numero di turisti in uscita, costituiscono
delle aree di destinazione (USA, Francia, Spagna, Italia). A essi appartiene anche gran
parte delle strutture alberghiere dei paesi del Sud del mondo, alle cui popolazioni resta solei
una piccola parte del denaro derivante dalle attività turistiche.
~ Proprio la prospettiva di lauti guadagni ha portato in molti casi alla realizzazione di aeroporti,
autostrade, villaggi, alberghi che hanno irrimediabilmente danneggiato paesaggi ed
ecosistemi. Inoltre, specie nei paesi più poveri, se da una parte il turismo ha portato a un aumento
del reddito per le località interessate al fenomeno, dall'altra ha sconvolto le usanze locali
introducendo piaghe sociali come la prostituzione e il consumo di droghe. Per far fronte
a questi problemi recentemente si sono diffuse forme di turismo responsabile, che privilegia
viaggi e soggiorni rispettosi degli ambienti naturali e delle culture locali.

Gli scambi finanziari

~ Il rapido sviluppo delle telecomunicazioni e l'abolizione, con la globalizzazione, di norme
che regolavano la circolazione internazionale del denaro hanno determinato un aumento
enorme degli scambi finanziari nel mondo. Questi consistono nel comprare e vendere
prodotti finanziari come, ad esempio, azioni (quote di proprietà di aziende) e valute (le varie
monete in circolazione). La maggior parte degli scambi avviene nelle Borse valori, luoghi
collegati fra loro grazie agli strumenti telemat_ici. Le Borse più importanti si trovano nei paesi
più sviluppati del Nord del mondo e nelle aree di recente sviluppo dell'Asia orientale. Le
tre principali sono quelle di New York, Tokyo e Londra.
~ Gran parte delle enormi somme impiegate in questi scambi non hanno alcun rapporto
con l'economia reale. Ciò significa che non sono usate per acquistare merci o finanziare la
costruzione di uno stabilimento industriale, ma per speculare sulla continua compravendita
di monete diverse, sulla discesa o sul rialzo del valore di azioni, titoli di stato ecc. Tuttavia
l'economia mondiale è sempre più condizionata da questi movimenti di denaro decisi nelle
Borse e nei mercati finanziari. Il fatto di trasferire capitali dalle Borse di un paese a un altro
può provocare gravi crisi finanziarie, come quelle che hanno colpito negli anni scorsi i paesi
dell'Asia orientale e dell'America Latina.
~ Buona parte dei capitali circolanti è depositata nei paradisi fiscali (33 000 miliardi di dollari
secondo I:ONU) paesi dove le tasse sono minime o inesistenti e non ci sono controlli sull'origine
del denaro depositato. Grazie alla tecnologia telematica, inoltre, le banconote ormai
non circolano più e i movimenti di denaro sono ridotti a semplici «segni informatici»
che compaiono solo sui computer.
Ciò ha reso anche molto più facile il riciclaggio di denaro sporco derivante da attività illecite
delle organizzazioni criminali e terroristiche, che depositano i propri profitti nei
paradisi fiscali e li rjutilizzano acquistando azioni, valuta pregiata (cioè le monete più forti,
come il dollaro statunitense, l'euro o lo yen) o altri beni.

La ricerca scientifica e tecnologica

• I paesi più sviluppati del mondo basano sempre più la propria economia sul settore della
ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie e di prodotti high tech, come computer, software,
aerei, satelliti, robot, nuovi materiali, fibre ottiche, farmaci, organismi geneticamente
modificati (OGM) e purtroppo anche armi nucleari, chimiche e batteriologiche. Questo consente
loro di competere con maggior forza nel campo dell'economia mondiale e prevalere
sugli altri paesi.
• Gran parte (77%) della spesa mondiale per la ricerca e lo sviluppo è concentrata nelle tre
principali aree economiche del globo: USA, Unione Europea, Giappone. Ciò significa che un
numero limitato di paesi possiede la maggior parte dei brevetti relativi alle tecnologie più
avanzate e ai prodotti high tech. La proprietà delle tecnologie appartiene di solito a grandi
gruppi multinazionali, ma anche a università e ad altre istituzioni pubbliche.
Gli USA primeggiano nella produzione ed esportazione di beni high-tech del settore aerospaziale,
precedendo di poco l'Unione Europea, che prevale nettamente nel settore farmaceutico.
Nei prodotti elettronici (computer, lettori DVD ecc.) e nelle telecomunicazioni
(telefoni, TV, radio) sono invece i paesi asiatici di nuova industrializzazione (Corea, Taiwan,
Singapore, Malaysia, Cina) a dominare nelle esportazioni mondiali; questo avviene, però,
perché le più importanti multinazionali statunitensi, europee, giapponesi, proprietarie dei
principali brevetti di questo settore, hanno trasferito in quei paesi le loro produzioni.
• I paesi in via di sviluppo sono di fatto esclusi dal possesso di brevetti perché i costi per so- ·
stenere i settori della ricerca sono molto elevati. Nel migliore dei casi, infatti, ricercatori e
tecnici di questi paesi lavorano sul posto ma per conto di grandi gruppi multinazionali, che
poi depositano presso gli uffici europei o statunitensi i brevetti relativi alle nuove tecnologie
prodotte. A questo fenomeno si accompagna quello della cosiddetta «fuga di cervelfo, cioè
l'emigrazione di tecnici qualificati dai paesi meno progrediti verso i laboratori di ricerca di
USA ed Europa.