La scomparsa delle specie viventi: le estinzioni
• Il termine biodiversità fa riferimento all'immenso numero di specie viventi animali e vegetali
presenti sulla Terra. Secondo gli studiosi, le specie viventi classificate sono oggi circa
1,5 milioni, ma si stima siano da 30 a 100 milioni quelle effettivamente esistenti sul pianeta.
La biodiversità è essenziale per il mantenimento degli equilibri naturali e degli ecosistemi
e costituisce la base per la produzione di cibo e per la sopravvivenza della stessa specie
umana. Da quando, tuttavia, la popolazione umana ha cominciato a crescere e si è quindi
insediata in ogni regione terrestre, il numero di specie viventi ha cominciato a ridursi .
• In particolare negli ultimi decenni la diversità biologica è drammaticamente diminuita:
si calcola che ogni anno scompaiano da 10 000 a 20 000 specie. Ciò awiene per diversi
motivi: l'impatto ambientale delle attività industriali, la diffusione di concimi e antiparassitari
chimici nell'agricoltura, infine la scelta di un numero sempre più ristretto di specie
vegetali e animali per le coltivazioni e l'allevamento (quelle più adatte alla distribuzione e
al commercio).
Un ruolo determinante è svolto dalla deforestazione, specialmente dalla distruzione
delle foreste tropicali le quali, pur ricoprendo solo il 6% del pianeta, ospitano la
metà circa della biodiversità terrestre. Lo scopo della deforestazione è quello di utilizzare
specie pregiate di legname, ampliare i terreni coltivabili, fare spazio a oleodotti, pozzi petroliferi,
miniere.
• Di recente gli scienziati hanno indicato 25 hotspots, «punti caldi» della biosfera in quanto
particolarmente ricchi di biodiversità, che vanno salvaguardati dai rischi ambientali ai
quali sono esposti. Inoltre, da alcune società multinazionali sono state istituite banche dei
geni, dove sono raccolte e brevettate specie vegetali e animali di valore, provenienti soprattutto
dalle ricche foreste tropicali.
• L'attività di queste banche è spesso contestata dai governi e dalle comunità locali, le quali
si sentono derubate della proprietà di piante liberamente utilizzate per secoli dalla popolazione.
Esemplare è il caso del frumento indiano, utilizzato da millenni per produrre il
chapati, il pane nazionale. Questa qualità di grano è stata brevettata da una nota multinazionale
statunitense che vorrebbe ora riscuotere i diritti per la vendita. Il governo indiano
ha definito questo un atto di biopirateria, cioè un'appropriazione