sabato 18 novembre 2017

Il Medio Oriente - Ricerca Svolta

Il Medio Oriente 

Territorio e ambienti

..,. Il Medio Oriente è la zona dell'Asia più vicina all'Europa e
all'Africa, compresa tra il Mediterraneo e l'Oceano Indiano
(Asia occidentale). Ne fanno parte sedici paesi: quelli della
penisola arabica (Arabia Saudita e Yemen sono i più grandi), i
paesi mediterranei (come Israele, Siria, la parte asiatica della
Turchia), le nazioni del Golfo Persico (come Iraq e Iran) e l'Afghanistan.
..,. L'ambiente è in gran parte montuoso: a nord la regione è chiusa da maestosi rilievi giovani
(monti Tauro e del Ponto in Turchia, monti Zagros ed Elburz in Iran), mentre la penisola
arabica è formata da un vasto tavolato desertico. Ampi altipiani costituiscono il cuore
anche della penisola anatolica (Turchia asiatica) e dell'Iran. Limitate - ma storicamente importantissime
- sono le aree pianeggianti, in particolare la cosiddetta «Mezzaluna fertile)),
che è stata una delle culle della civiltà agricola. Essa si estende dalla valle alluvionale del Tigri
e dell'Eufrate (la Mesopotamia) fino alla costa mediterranea, passando per la Siria. Il Tigri
e l'Eufrate, alimentati dallo scioglimento dei ghiacciai sui monti del Caucaso, sfociano
insieme nel Golfo Persico con il nome di Shatt al Arabe sono gli unici corsi d'acqua imponenti
della regione. Poiché il clima di tutta quest'area è arido o desertico, la mancanza d'acqua
è un problema costante e diffuso: per questo assumono grande importanza anche fiumi
minori come il Giordano, che scorre nella regione della Palestina (cioè in Israele e Territori
Palestinesi) immettendosi infine nel Mar Morto .
..,. La regione dell'Asia centrale comprende cinque stati: Kazakistan,
Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Turkmeni- Lo sapevi che ...
stan, nati nel 1991 dalla disgregazione dell'Unione Sovietica.
Il territorio è costituito da un'ampia distesa di steppe e
deserti: si tratta di una zona in gran parte pianeggiante,
formata da bassipiani e altipiani chiusi a sud da imponenti
catene montuose. Il clima è sostanzialmente continental~,
con elevate escursioni termiche annue e scarse precipitazioni.
Due grandi fiumi percorrono questa regione, immettendosi
nel lago d'Aral: si tratta del Syrdarja e dell'Arnudarja.
Nel settore occidentale scorre invece il fiume Ural, che sfocia
nel Mar Caspio.



Popolazione e identità regionale

..., L'ambiente arido e montuoso è causa di una scarsa presenza umana in tutta l'area. Vi abitano
infatti solo 330 milioni di abitanti, concentrati in poche valli fluviali e soprattutto nelle
città, che in alcuni stati raccolgono il 90% della popolazione .
..., Questa regione asiatica è stata, nella sua lunga e ricca storia, una culla di civiltà: dai sumeri
ai babilonesi, ai fenici, ai persiani, agli ebrei. Qui, inoltre, hanno avuto origine le tre religioni
monoteiste legate alla Bibbia - ebraismo ( 7 Jezione 4), cristianesimo e islamismo ( 7 il caso a
pag. 161) - e si trovano alcuni centri religiosi di importanza mondiale come Gerusalemme, città
santa per ebrei, cristiani e musulmani, e La Mecca, principale luogo santo dell'Islam. Oggi la
religione islamica è dominante in tutti i paesi, salvo Israele, a maggioranza ebraica. In alcuni
stati (Libano, Iraq, Siria, Territori Palestinesi) sono presenti minoranze cristiane o di altri culti .
..., A partire dal VII secolo d.C. gli arabi, originari della penisola omonima, conquistarono
gran parte dell'Asia occidentale e centrale, stabilendo le capitali del loro dominio prima a Damasco
e poi a Baghdad. In Medio Oriente prevalgono perciò la lingua e la cultura arabe, tranne
in Iran, Afghanistan e Turchia, oltre, chiaramente, a Israele. Altre grandi culture presenti
da secoli nella regione sono qu~lla persiana, dominante in Iran, e quella turca, assai radicata
in una vasta area che dall'Anatolia si spinge oltre il Mar Caspio. Le steppe dell'Asia centrale sono
invece popolate da etnie (tagiki, uzbeki, kazaki) discendenti direttamente dai mongoli
che nel Duecento conquistarono quei territori.
• La scoperta, negli ultimi decenni dell'Ottocento, di vasti giacimenti di petrolio ha radicalmente
cambiato l'economia della regione. Nei principali paesi produttori (Arabia Saudita, Kuwait,
Emirati Arabi Uniti, Iran e Iraq) le condizioni di vita della popolazione sono notevolmente
migliorate anche se non per tutte le classi sociali. Le zone montuose (Afghanistan, Tagikistan),
povere di risorse naturali, sono tuttora in una situazione di grave arretratezza economica.
..., La presenza dell'«oro nero» e le lotte per il suo controllo hanno scatenato negli ultimi venticinque
anni numerose guerre, con l'intervento di truppe straniere (USA ed ex URSS). Da
più di mezzo secolo, poi, un violento conflitto oppone i palestinesi (popolo di lingua araba
che vive in Palestina da generazioni) e, più in generale, il mondo arabo allo stato di Israele

Israele: lo stato «estraneo»

~ Lo stato di Israele è nato nel 1948 con capitale Tel Aviv (spostata in seguito a Gerusalemme)
sulla base di una decisione dell'ONU che prevedeva la divisione della Palestina in due
stati, uno arabo e uno ebraico. L'afflusso di coloni ebrei era iniziato già alla fine dell'Ottocento
per opera del movimento sionista. Gli ebrei, infatti, scacciati dai Romani nel I secolo
d.C., non avevano più trovato una nuova patria e vivevano sparsi per il mondo, spesso perseguitati,
specie in Europa, per motivi religiosi. Del resto, è la religione l'elemento che ha sempre
identificato il popolo ebraico. L'ebraismo, la più antica delle religioni monoteiste, si basa
sull'osservanza della Torah, la legge suprema di Dio, e sull'alleanza, berith, che egli ha stretto
con il popolo ebraico, chiamato a custodirne i precetti.
Il movimento sionista fu appoggiato dalla Gran Bretagna che controllava la regione, ma
solo dopo la Seconda guerra mondiale e gli orrori della Shoah (lo sterminio degli ebrei attuato
dal regime nazista) le maggiori potenze mondiali e l'ONU decretarono la nascita di Israele.
Nel 1948, però, i palestinesi, sostenuti dagli altri stati arabi, rifiutarono la spartizione dei
territori decisa dall'ONU e dichiararono guerra a Israele, che li aveva privati della loro terra.
Da allora attentati e guerre hanno sconvolto tutta l'area e lo stato palestinese non è mai nato.
~ Oggi Israele occupa gran parte della regione storica della Palestina, affacciata a ovest sul
Mediterraneo, chiusa a est dal fiume Giordano e dal Mar Morto e bagnata a sud per un breve
tratto dal Mar Rosso. Il clima è in gran parte mediterraneo, arido nel deserto di Negev.
~ Il paese (meno di 7 milioni di abitanti, di cui il 78% ebrei) è inserito - per le sue caratteristiche
linguistiche e religiose - quasi come un corpo estraneo in un'area araba, ma non tutti
i suoi confini sono unanimemente riconosciuti. Infatti, in seguito alla vittoria ~i portata sui
vicini arabi nel 1967, lo stato ebraico ha occupato alcuni territori che l'ONU non gli aveva assegnato,
abitati in prevalenza da arabi palestinesi.
~ Israele rappresenta un'eccezione in tutta la regione per il fatto di essere l'unica democrazia
e per il suo livello di sviluppo, dovuto a: un flusso consistente d'immigrati ebrei, spesso
con elevati livelli di preparazione, provenienti da ogni paese, gli aiuti finanziari delle comunità
ebraiche sparse per il mondo e le forniture di armi e capitali da parte degli USA. Nonostante
la scarsa estensione del terreno produttivo e la generale carenza d'acqua, l'agricoltura
è tecnologicamente avanzata e produce cereali, cotone e molti prodotti mediterranei. Rilevante
è il settore industriale (elettronica, biotecnologie, taglio dei diamanti).

I territori dell'Autorità Nazionale Palestinese

.,.. I palestinesi sono un popolo arabo a maggioranza musulmana. Dopo il 1948, con la nascita
dello stato d'Israele, molti di essi furono allontanati dalle proprie case, altri si ritrovarop.o
stranieri in patria. In seguito alle guerre arabo-israeliane (1948-1973) la situazione peggiorò e
altri profughi palestinesi si rifugiarono nei vicini stati arabi. A ciò che era stato assegnato loro
dall'ONU gli israeliani aggiunsero, dopo la guerra del 1967, il Sinai, le alture del Golan
(conquistate a Egitto e Siria) e i territori di Gaza, Cisgiordania e la parte araba di Gerusalemme
abitati dai palestinesi. A parte il Sinai, restituito all'Egitto nel 1982, e la Striscia di Gaza,
evacuata nel 2005, Israele occupa tuttora gli altri territori, nei quali sono sorti numerosi insediamenti
di coloni ebrei.
.,.. Nel 1964 nacque l'OLP, di cui Yasser Arafat (1929-2004) per anni è stato il presidente. Da allora
si sono susseguite azioni militari e attentati terroristici contro Israele; nel 1988, poi, ci fu una
ribellione popolare disarmata (prima intifada) dei palestinesi costretti a vivere sotto occupazione
militare israeliana. Dopo anni di trattative, nel 1993 fu stipulato un accordo tra Arafat e
il capo del governo israeliano Rabin, con il quale Israele riconosceva alla neo-costituitét_Autorità
Nazionale Palestinese (ANP) il diritto di amministrare parte della Striscia di Gaza e,alcune
città della Cisgiordania. Inoltre si impegnava a concedere l'autonomia ai palestinesi, che a
loro volta riconoscevano l'esistenza dello stato d'Israele, fino ad allora negata. L'assassinio di
Rabin nel 1995 da parte di un ebreo integralista mise in crisi l'intesa raggiunta. '.
.,.. Nel 2000 scoppiò la seconda intifada, con molti attentati suicidi contro la popolazione
israeliana operati da palestinesi aderenti a gruppi fondamentalisti islamici. Da parte sua, 1,'esercito
israeliano invase di nuovo i territori dell'ANP, distruggendo strutture pubbliche e abitazioni
civili. Nel 2003 il governo israeliano ha iniziato a costruire in Cisgiordania un muro
di 670 km, allo scopo di proteggere la popolazione dagli attentatori. La costruzione è stata
condannata dalla comunità internazionale perché di fatto separa molti palestinesi dalle lo0
ro famiglie, dai luoghi di lavoro, dai campi. Dopo la morte di Arafat e lo sgombero degli inse~
diamenti .ebraici a Gaza è ripreso il dialogo fra le parti. La successiva vittoria nelle elezioni
palestinesi (gennaio 2006) del movimento fondamentalista di Hamas, che non riconosce l'esistenza
dello stato di Israele, rende ancora molto incerta la situazione.


I paesi della penisola arabica

~ La penisola arabica è un vasto altopiano che un tempo era saldato all'Africa. Il suo ambiente
naturale è desertico; la grave carenza di risorse idriche ostacola l'agricoltura e rende
molto costosa l'acqua dolce. Ai margini occidentali della penisola, però, si ergono vari rilievi;
questi, raggiungendo discrete altezze (3760 m) in corrispondenza dello Yemen, bloccano i
venti e fanno condensare l'umidità che si tramuta in pioggia rendendo il territorio della zona
più adatto alle coltivazioni.
~ Più di 2/3 della penisola sono occupati dall'Arabia Saudita, stato con una bassissima densità
demografica ma con una superficie di oltre 2 milioni di km2 (circa 7 volte l'Italia). L'Arabia
Saudita, la cui capitale è Riyadh, svolge un ruolo fondamentale nell'area: da una parte,
infatti, è. custode dei luoghi santi dell'Islam, dall'altra possiede le maggiori riserve petrolifere
accertate a livello mondiale (circa 1/4 del totale) .
.- Anche gli altri paesi sono ricchi di petrolio: si tratta dell'Oman e dei piccoli stati del Bahrein,
Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti. Fa eccezione lo Yemen, dove l'economia è arretrata
e ancora legata all'agricoltura e all'allevamento. Grazie agli elevati profitti dovuti al
petrolio, il reddito pro capite è quasi ovunque molto alto. Tutto ciò nasconde però profonde
disuguaglianze sociali. Inoltre, molto spesso le élite al potere non hanno investito gli enormi
guadagni petroliferi per modernizzare l'economia, ma per realizzare opere lussuose e di
rappresentanza (alberghi, campi da golf), accrescere i loro armamenti o comprare azioni di
società europee e americane. L'economia nel çomplesso resta dipendente dagli -idrocarburi e
il settore industriale è limitato alla petrolchimica e alle tradizionali industrie tessili e alimentari.
Negli ultimi anni, tuttavia, sono state sviluppate attività ·finanziarie e soprattutto
turistiche (Emirati Arabi Uniti) .
.- In quasi tutti questi paesi la densità di popolazione non è elevata, mentre la crescita demografica
è tra le più alte del mondo. Ciò è dovuto a diversi motivi: l'alto tasso di natalità,
l'aumento della speranza di vita legato al miglioramento delle condizioni economiche e infine
la presenza di numerosi immigrati provenienti da altri paesi asiatici e attratti dalle opportunità
di lavoro offerte dal petrolio. Gli stati della penisola arabica sono governati da regimi
autoritari e, salvo la repubblica dello Yemen, sono monarchie assolute.


L'lraq e le guerre del Golfo

Ili- L'Iraq è grande una volta e mezza l'Italia e ha circa 25 milioni di abitanti. Occupa l'antica
Mesopotamia, ossia la pianura del Tigri e dell'Eufrate, comprendendo a nord-est parte del
montuoso Kurdistan e a ovest parte dei deserti della penisola arabica. Il clima è continentale
arido nella parte settentrionale, dove prevale la steppa, e più tropicale al Sud .
Ili- La città più popolosa è la capitale Baghdad, situata sulle rive del Tigri, con un agglomerato
di circa 5 milioni di abitanti. La seconda città del paese è Bassora, a sud. La popoiazione è
per il 65% araba, con una minoranza curda. Dal punto di vista religioso, l'Iraq è l'unico paese
arabo a maggioranza sciita ( ~ il caso a pag. 161) .
Ili- Prima delle guerre che si sono susseguite negli ultimi venticinque anni devastando il territorio
e decimando la popolazione, grazie al petrolio (1/10 delle riserve petrolifere mondiali)
l'Iraq presentava un discreto livello di sviluppo industriale. La sua agricoltura, inoltre, è
sempre stata favorita dalla naturale fertilità della Mesopotamia.
Ili- Nel 1979 divenne presidente Saddam Hussein, discendente di un clan familiare che aveva
instaurato un regime dittatoriale fin dal 1968. Oltre a reprimere nel sangue le rivolte degli
oppositori, egli intraprese una politica di espansione nella regione. La prima guerra del Golfo,
scatenata da Hussein contro il vicino Iran nel 1980, durò otto anni, causò centinaia di migliaia
di morti, enormi danni in entrambi i paesi e finì con un nulla di fatto. La seconda
guerra scoppiò nell'agosto del 1990, quando il regime iracheno invase il confinante Kuwait,
ricchissimo di petrolio: l'intervento di una vasta coalizione autorizzata dall'ONU e capeggiata
dagli USA in poche settimane liberò il paese. Contro l'Iraq fu allora decretato un embargo,
con drammatiche conseguenze sulla popolazione civile. L'ultima guerra che ha coinvolto il
paese è quella cosiddetta «preventiva», scatenata dagli USA e dagli stati alleati contro l'Iraq
senza il consenso dell'ONU nel marzo 2003, con l'accusa di possedere armi chimiche di distruzione
di massa; tale accusa si è poi rivelata infondata. Ufficialmente il conflitto si è concluso
con l'arresto di Saddam Hussein e il crollo del suo regime.
Ili- Nonostante l'elezione del parlamento iracheno e il varo di una nuova costituzione (ottobre
2005) la situazione, però, resta drammatica per le continue violenze e gli atte_ntati di gruppi
fondamentalisti islamici e di fedeli al vecchio regime. Inoltre resta molto forte il contrasto tra
sciiti, maggioritari nel parlamento, e sunniti, un tempo dominanti nel paese.

L'Asia centrale: gli stati nati dalla disgregazione dell'URSS

..,.. La regione è formata da cinque stati (Kazakistan, Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan,
Turkmenistan) situati al centro del continente asiatico, affacciati sul Mar Caspio e confinanti
con Russia, Cina, Afghanistan e Iran. Conquistata nell'Ottocento dall'impero russo e poi inglobata
nell'Unione Sovietica, l'area ne ha seguito l'impostazione politica, economica e culturale:
ecco perché fino al 1991, anno della disgregazione dell'URSS, è stata priva di un'identità
ben definita .
..,.. Il suo territorio è costituito da un'ampia distesa di steppe e deserti, una zona pianeggiante
di bassipiani e altipiani chiusi a sud da imponenti catene. Due grandi fiumi, il Syrdarja e
l'Amudarja, percorrono la zona centrale della regione immettendosi nel lago d'Arai. Nel settore
occidentale scorre l'Ural, che sfocia nel Mar Caspio, mentre a est, prima di entrare in territorio
russo, l'Irtys. Il clima è continentale, con elevate escursioni termiche annue e scarse
precipitazioni .
..,.. La popolazione originaria, con l'eccezione del Tagikistan abitato da indoeuropei, è composta
da popoli discendenti dai mongoli che un tempo avevano conquistato queste terre. La
maggioranza degli abitanti (oltre il 70%) è musulmana. L'appartenenza all'URSS ha prodotto
intensi flussi migratori che hanno formato consistenti comunità di russi: in Kazakistan, lo
stato più grande, essi rappresentano il 30% degli abitanti e la convivenza con gli altri popoli
non è sempre pacifica. Le densità medie sono basse in tutti gli stati .
..,.. Un tempo terra di allevatori nomadi ·e seminomadi, con l'intervento sovietico la regione
è stata al centro di un processo di modernizzazione: sono state realizzate soprattutto grandi
opere di irrigazione che, anche a prezzo di profondi sconvolgimenti ambientali, hanno reso
coltivabili ampie zone di steppa dove oggi un'agricoltura moderna produce cotone, cereali,
frutta e ortaggi. Anche l'allevamento si è trasformato ed è diventato stanziale. Ovunque sono
presenti abbondanti giacimenti minerari, specialmente di petrolio e gas. Fra i cinque stati,
il Kazakistan è quello con il settore industriale più ampio e diversificato.

L'India - Ricerca

L'India

Territorio e ambienti

..,. La regione indiana, affacciata sull'Oceano Indiano e separata
dal resto del continente da imponenti catene montuose,
è la parte meridionale dell'Asia. Le sue dimensioni sono notevoli
(da qui il nome di subcontinente indiano): occupa un'a~
rea di quasi 4,5 milioni di krn2 e si estende sia nel senso della
latitudine sia in quello della longitudine per più di 3000 km.
Include sette stati, il più grande dei quali è l'Unione Indiana .
..,. In questa vasta area sono presenti ambienti diversi. Schematicamente, è possibile dividerla in tre ampie zone. A nord troviamo il cosiddetto «tetto delmondo», le catene montuose più alte della Terra, con diverse cime che superano gli 8000 m. Si tratta dell'Himalaya (monte Everest 8848 m) e del Karakoram.
Esse isolano la regione dal resto dell'Asia e la proteggono dai venti freddi provenienti da nord. Ai loro piedi si estende la
pianura indo-gangetica, un bassopiano formatosi con il lento accumulo di detriti depositati
dai grandissimi fiumi che la percorrono e dai quali prende il nome: l'Indo e il Gange. L'Indo
scorre ai margini nord-occidentali della regione e sfocia nel Mar Arabico; il Gange invece si
getta con un enorme delta nel Golfo del Bengala dopo essersi congiunto con l'altro grande
fiume, il Brahmaputra,.proveniente da nord-est attraverso le gole himalayane. A sud si trova
infine l'estesissimo Deccan, un altopiano di rocce molto antiche, dalla forma triangolare e
dai bordi laterali lievemente rialzati. Questi coincidono con i Ghati («scalini»), rilievi che corrono
paralleli alle due coste, alti in media tra i 700 e i 1000 m .
..,. Il clima è generalmente caldo, anche se risente dell'altitudine nelle aree montuose settentrionali,
dove, oltre i 4500 m, si trovano le nevi perenni; all'interno del Deccan è piuttosto
arido. L'aridità aumenta nel Nordovest dove, fra India e Pakistan, si estende il deserto di ·
Thar. La regione è però caratterizzata anche dalla presenza dei monsoni, venti stagionali
che nei mesi estivi provocano piogge abbondantissime. La vegetazione spontanea, dove non
è stata modificata dalle attività umane, è pertanto varia: nelle zone montuose dèl Nord troviamo
foreste di conifere e, più in basso, boschi di latifoglie; nelle regioni in cui è più forte
l'influsso dei monsoni si sono sviluppate foreste molto fitte; nel Deccan si passa dalla savana
alle steppe e ai deserti.


LUnione Indiana: una miscela di tradizioni e modernità

~ L'Unione Indiana è il paese più grande della regione e la più popolosa democrazia del mondo.
È una repubblica federale formata da 28 stati e 7 territori, tra cui quello della capitale Delhi.
La maggioranza della popolazione è induista; consistenti sono le minoranze islamiche,
sikh e buddiste. L'hindi, parlato da 1/3 degli abitanti, è lingua ufficiale accanto all'inglese.
~ Nel corso della sua storia l'India, una delle maggiori culle di civiltà, è stata a lungo priva di
unità politica e invasa da popoli diversi e portatori, come in Europa, di grande varietà di forme
culturali e artistiche. Oggi conserva le tracce del suo passato e della sua cultura, rappresentate
soprattutto dal radicato senso religioso e dalle sue diversità, ma al tempo stesso si propone come
stato moderno: ecco perché è un paese di contrasti. L'antica divisione in caste, per esempio,
convive con un'industria capace di produrre beni sofisticati, così come l'appartenenza al
gruppo dei paesi del Sud del mondo coesiste con il fatto di essere una potenza nucleare.
~ Nel territorio indiano si possono distinguere quattro grandi regioni con caratteristiche
proprie. L'India settentrionale comprende la stretta fascia himalayana, zona impervia in cui
è difficile lo sviluppo delle attività umane e che, abitata in prevalenza da popolazioni islamiche
o buddiste, è teatro di scontri etnici. L'India centro-settentrionale è formata dalla pianura
gangetica e, con l'eccezione del deserto di Thar, ospita le più fertili e popolose aree indiane.
Al notevole sviluppo industriale si aggiunge la presenza di grandi metropoli (Delhi, Kolkata)
e centri religiosi e artistici (Varanasi e Agra). La fascia centrale dell'India, formata darilievi
poco elevati, è molto differenziata. Gli stati occidentali sono i più industrializzati e fanno
capo alla metropoli di Mumbai; quelli orientali, invece, sono in gran parte agricoli e poco
popolati. L'India meridionale, infine, è costituita dall'altopiano del Deccan ed è caratterizzata
da una profonda unità culturale dovuta alla prevalenza di popoli di lingua dravidica. Ha
un'agricoltura fiorente ed è ricca di foreste che forniscono legnami pregiati. Ospita i maggiori
poli tecnologici del paese e una rete urbana in cui spicca la metropoli di Chennai.

La popolazione e le città indiane

...,_ La popolazione dell'Unione Indiana ha superato da anni 1 miliardo di abitanti e si trova
in fase di crescita. La regione è sempre stata molto densamente popolata, ma fino alla metà
del Novecento la crescita è stata limitata dalle periodiche carestie e dalle epidemie. Negli ultimi
cinquant'anni lo sviluppo del settore agricolo, grazie all'introduzione di nuove tecniche,
mezzi meccanici e chimici, ha permesso un generale miglioramento dell'alimentazione
che, insieme alle migliori condizioni sanitarie e alle vaccinazioni, ha ridotto l'alto tasso
di mortalità. Al tempo stesso il tasso di natalità è rimasto elevato, poiché la maggior parte
della popolazione vive ancora nelle campagne, dove il numero di figli rappresenta da sempre
un aiuto al sostentamento della famiglia. La politica dei più recenti governi indiani ha
preso provvedimenti per cercare di limitare le nascite, ma la crescita naturale, seppure rallentata,
resta piuttosto alta(+ 1,5% annuo) .
...,_ Come si è detto, la popolazione è prevalentemente rurale, distribuita in circa mezzo milione
di villaggi agricoli. Benché la popolazione urbana rappresenti solo il 28%, esistono in "
India alcuni importanti agglomerati urbani dove sono sorte le numerose industrie e i moderni
quartieri d'impronta occidentale. Attorno alle grandi città indiane sono però cresciute
anche immense baraccopoli affollate da chi cerca di sfuggire alla povertà delle campagne .
...,_ La metropoli principale è Mumbai (Bombay), con oltre 16 milioni di abitanti. Situata lungo
la costa nordoccidentale, un tempo era per gli inglesi la porta di accesso all'India e oggi è
un grande porto e un polo industriale, dove ha sede, tra l'altro, il centro più importante dell'industria
cinematografica asiatica. Kolkata (Calcutta) conta invece oltre 13 milioni di abitanti.
Sorta sul delta del Gange, è stata per oltre un secolo capitale dell'India e oggi è un centro
industriale e portuale e soprattutto il principale polo culturale e universitario del paese.
La capitale politica, Delhi (con l'agglomerato, 13 milioni di abitanti), si trova al centro della
pianura indo-gangetica e un tempo fu la capitale dell'impero Moghul. Città industriale, ospita
importanti istituzioni politiche concentrate a New Delhi, la città nuova costruita dagli inglesi
a partire dal 1912, quando divenne capitale della colonia britannica. La quarta metropoli
è quella di Chennai (Madras), con oltre 6 milioni di abitanti, importante centro industriale
e principale nodo commerciale dell'India meridionale.

Il Bangladesh, un paese sott'acqua

..,._ Il territorio del Bangladesh, situato nel Nordest della regione indiana e quasi interamente
occupato da una grande pianura alluvionale, si estende nel delta formato dai fiumi Gange e
Brahmaputra. Poiché si trova in parte al di sotto del livello idrico dei fiumi, è terreno paludoso
e soggetto a disastrose inondazioni. Il clima è tipicamente monsonico, con tempet ature
sempre piuttosto elevate e abbondanti precipitazioni. _
..,._ Si tratta di uno dei paesi più poveri del Sud del mondo, ma anche di uno dei più densamente
popolati del pianeta: conta oltre 130 milioni di abitanti, con una densità di 913
ab/km2. La popolazione, che vive prevalentemente nelle campagne (76%), ha un alto tasso di
crescita (2%) accompagnato però da una mortalità - soprattutto infantile - piuttosto elevata,
malnutrizione e analfabetismo. La maggioranza degli abitanti è di religione musulmana
(88,5%), con una discreta minoranza indù (10%), e parla il bengali, derivato dall'antico sanscrito.
La rete urbana è imperniata su due grandi metropoli: la capitale Dacca (13 milioni di
abitanti nell'agglomerato) e Chittagong, primo porto del paese (2,2 milioni di abitanti) .
..,._ L'economia è molto arretrata e il Bangladesh dipende dagli aiuti della comunità internazionale.
Una delle cause del sottosviluppo è l'estrema frammentazione della proprietà delle
terre a cui si aggiungono le periodiche, rovinose inondazioni. La maggior parte della popolazione
è occupata nel settore primario le cui principali coltivazioni - quelle di riso e frumento
- sono destinate all'autoconsumo. Altri prodotti - come iuta, tè, tabacco, cotone, canna da
zucchero - vengono invece esportati. Le risorse del sottosuolo si limitano a discrete quantità
di gas naturale. Nel settore secondario è cresciuta notevolmente negli ultimi anni l'industria
tessile e dell'abbigliamento per l'esportazione. Anche_la lavorazione della iuta, il setto- ·
re chimico (vernici, materie plastiche) e dei fertilizzanti svolgono un ruolo significativo .
..,._ Il Bangladesh è un paese giovane, nato nel 1971 dopo una sanguinosa guerra civile, alla
fine della quale ha ottenuto l'indipendenza dal Pakistan. Nel 1947, infatti, all'epoca della
spartizione della grande ex-colonia britannica, il suo territorio fu inserito nel neonato stato
musulmano del Pakistan di cui costituiva la provincia orientale. Divenuta una sorta di semicolonia,
priva di reali poteri politici e penalizzata dal punto di vista economico perché non
aveva più accesso al porto indiano di Kolkata, importante sbocco commerciale per i suoi prodotti
agricoli, in Bangladesh nacquero movimenti indipendentisti che portarono alla sua separazione
dal Paldstan.

Gli stati himalayani e le perle dell'Oceano Indiano

111- I territori di due stati della regione indiana, il Nepal e il Bhutan, sono occupati dalle montagne
himalayane. Il basso livello di sviluppo umano di entrambi i paesi è testimoniato, tra
l'altro, dall'altissimo tasso di analfabetismo (oltre il 50%) e dalla diffusa malnutrizione dovuti
per lo più alle difficili condizioni ambientali e all'isolamento delle popolazioni. Le principali
attività economiche sono l'agricoltura e l'allevamento tradizionali. Il suolo coltivabile, però,
è scarso per l'elevata altitudine e la vasta estensione di zone rocciose. Grazie alla bellezza
degli scenari naturali, sia in Nepal sia in Bhutan, negli ultimi anni si è sviluppato il turismo.
lii- La popolazione nepalese è il frutto della fusione di etnie di origine indiana e di stirpe tibetana.
La maggioranza degli abitanti è di religione induista, con una significativa minoranza
buddista. Negli ultimi decenni in Nepal, governato da una dispotica monarchia, si sono
verificate diverse insurrezioni popolari e nel 2005 il sovrano ha sciolto il parlamento, accentrando
nelle sue mani ogni potere. Il Bhutan è un piccolo paese retto da una monarchia
di ispirazione religiosa che vieta l'esistenza dei partiti. La popolazione è in maggioranza di
origine tibetana, con una forte minoranza nepalese, e di religione buddista. L'attività principale
è l'allevamento di yak.
lii- La repubblica dello Sri Lanka è invece un'isola (nota come Ceylon) posta a sudest della penisola
indiana, che, grazie al clima tropicale, possiede una lussureggiante vegetazione. L'economia
del paese è basata sull'agricoltura di piantagione (tè, cocco, caucciù) e sul turismo.
La sua popolazione appartiene in maggioranza all'etnia singalese, originaria del luogo e di
religione buddista, che controlla la maggior parte delle risorse economiche. Esiste poi la minoranza
tamil di origine indiana e religione induista, insediata nel Nord del paese. Da diversi
anni è in atto una violenta guerra civile fra i tamil, che sentendosi discriminati hanno dato
vita a un movimento separatista, e la maggioranza singalese.
lii- Il territorio delle Maldive è formato da un arcipelago di oltre 1100 isole situato nell'Oceano
Indiano. È una repubblica abitata da una popolazione singalese di religione musulmana.
Negli ultimi anni, grazie alla bellezza dei loro fondali marini e al clima favorevole, le Maldive
sono diventate una delle mete più note del turismo internazionale.

L'Africa Centrale

L'Africa Centrale

Territori e ambienti


L'Africa centrale è una regione molto estesa che comprende
trentaquattro stati e si estende dal Sahara meridionale ai
Grandi Laghi sudorientali. Il territorio, che presenta diversi
tipi di paesaggio, è costituito da un grande altopiano che può
essere suddiviso in tre vaste aree .
..., Nell'area settentrionale s'incontrano i paesaggi a clima
arido del deserto del Sahara, con dune di sabbia e grandi superfici
pietrose. Proseguendo verso sud troviamo il Sahel,
una vasta zona semidesertica con una vegetazione bassa e rada, la steppa. Solo ai margini
meridionali dell'area si estende la savana, con arbusti e fitte erbe. I numerosi fiumi - Senegal,
Niger, Volta e Nilo - non riescono a soddisfare il fabbisogno d'acqua di questo territorio,
minacciato da una progressiva espansione del deserto(~ lezione 7 unità 4). Caratteristica è '
la presenza di uidian (~ lezione 6 unità 5), che si riempiono d'acqua per breve tempo solo
durante i rari temporali.
..., L'area sud-occidentale, a cavallo dell'equatore, ha invece un clima caldo-umido, con
piogge abbondanti che permettono la crescita di una foresta molto fitta, spesso impenetrabile.
Solo i mo_lti corsi d'acqua ne consentono l'attraversamento. Il territorio è in gran parte
occupato dall'enorrn,e bacino del fiume Congo.
..., L'area orientale è costituita da una serie di altipiani, che godono di un clima un po' più
mite, nei quali il paesaggio è dominato dalla savana. La parte
settentrionale è conosciuta con il nome di Corno d'Afri- Glossario
ca.
..., Le coste dell'Africa centrale sono lineari e hanno poche insenature; generalmente alte,
nella zona del Golfo di Guinea, soprattutto vicino alle foci del fiume Congo, diventano basse
e sono caratterizzate da molti acquitrini.


Popolazione e identità regionale

..,. Nell'Africa centrale la crescita della popolazione è la più rapida del mondo e contribuisce
ad aggravare la situazione di sottosviluppo economico in cui si trova la regione. Rispetto
al numero di abitanti, le strutture sanitarie sono molto carenti: mancano i medici e il denaro
per costruire ospedali attrezzati e abbastanza grandi. Sono insufficienti anche gli alimenti
e i beni di prima necessità. La speranza di vita è molto bassa e spesso non supera i cinquant'anni.
A ciò si aggiunge la scarsissima densità abitativa, dovuta al fatto che gran parte
del territorio è ricoperto da una fitta vegetazione (bacino del Congo) o è desertico (Sahara);
tali ambienti impediscono di creare insediamenti stabili. Alcune zone, però, sono molto popolate;
è il caso della Nigeria o della Rift Valley, dove l'agricoltura dà migliori risultati e insieme
all'allevamento è la maggiore fonte di sostentamento .
..,. A sud del Sahara vivono molte etnie differenti, ciascuna con la propria cultura, lingua e
religione (islamismo, cristianesimo e animismo), il che è spesso causa di conflitti. Si possono
distinguere due raggruppamenti principali: i sudanesi e i Bantu. I sudanesi abitano le
zone meridionali del grande deserto e quelle tropicali vicine al Sahel. Vivono in piccoli villaggi
agricoli o praticano l'allevamento nomade, perlopiù di ovini. Esiste anche qualche
grande città, che il forte inurbamento sta facendo crescere in modo incontrollato. I Bantu,
che rappresentano la maggioranza della popolazione dall'equatore all'Africa meridionale,
sono insediati soprattutto nel bacino del fiume Congo e nella regione orientale dei Grandi
Laghi. Alcuni abitano in città, ma la maggior parte vive in villaggi tradizionali, dove si praticano
povere attività agricole destinate alla sussistenza e l'allevamento .
..,. La regione è ricca di materie prime: risorse minerarie, legnami pregiati e prodotti agricoli.
La popolazione locale, tuttavia, non ha accesso a queste ricchezze, controllate da pochi ricchi
africani e dalle multinazionali straniere. Un freno allo sviluppo dell'area è rappresentato dalla
mancanza di un'adeguata rete stradale e ferroviaria. La funzione delle vie di comunicazione,
infatti, è solo quella di favorire il trasporto delle merci dalle zone di reperimento o di lavorazione
fino ai porti, dove sono imbarcate sulle navi straniere per essere esportate.


Gli stati del Sahel, i più poveri della Terra

• La vasta regione del Sahel si estende dalle coste atlantiche dell'Africa centrale al Mar Rosso
e comprende sei stati: Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Ciad e Sudan. A nord è occupata
dal deserto del Sahara, mentre a sud predomina la steppa .
..,. È la zona più povera del mondo. La siccità e il clima ostile alla vita umana sono la causa
principale della miseria dei suoi abitanti. La mancanza d'acqua costringe gli abitanti a vivere
in piccoli villaggi lungo il corso dei pochi fiumi, mentre il resto del territorio è completamente
disabitato. Le uniche grandi città sono le capitali degli stati: la maggiore è Khartoum
(3 milioni di abitanti), nel Sudan. Proprio il Sudan è il paese più grande (addirittura dell'intero
continente) e popolato dell'area, con oltre 34 milioni di abitanti. I sei stati, tranne il Burkina
Faso, hanno una densità di popolazione bassissima (circa 10 ab/km2
).
L'attività tipica è l'allevamento, praticato da pastori nomadi, mentre l'agricoltura è arretrata
e insufficiente al fabbisogno alimentare. Per questi popoli le mandrie di bovini e idromedari
rappresentano l'unica riccbezza economica. Le risorse minerarie sono ancora poco
sfruttate per mancanza di capitali e l'unica industria presente è quella alimentare.
• La lingua prevalente è l'arabo, cui si affiancano numerosi dialetti sudanesi. Il francese è
molto diffuso per via della dominazione coloniale; solo in Sudan si parla l'inglese. Per la for- _
te influenza araba, la religione dominante è quella musulmana, ma esistono forti minoranze
di animisti e di cristiani (questi ultimi concentrati in Burkina Faso, Ciad e Sudan), la cui
presenza ha dato vita a scontri etnici di stampo religioso. Nella zona meridionale del Sudan,
ad esempio, il conflitto tra cristiano-animisti e governo islamico di Khartoum è durato 21 anni
(1983-2004), facendo oltre 2 milioni di vittime.
• In realtà questa fascia dell'Africa non è sempre stata povera e arida: alcune scoperte archeologiche
hanno dimostrato che intorno al N millennio a.C. la zona disponeva di una ricca
vegetazione e di fauna abbondante. Anche dopo l'avanzata del deserto sono soprawissute
importanti città commerciali, collegate da vie carovaniere, e grandi imperi (per esempio
quello del Mali) che fondavano la propria economia sul commercio, soprattutto dell'oro, ma
anche di sale, stoffe e pelli. Solo con l'arrivo degli europei, tra Ottocento e Novecento, furono
creati i confini geometrici che oggi dividono questi stati. Nuove strutture politiche nacquero
al posto delle precedenti, si esaurirono le miniere d'oro, furono tracciate altre vie commerciali
e gli antichi centri carovanieri vennero abbandonati.

L'Africa occidentale: sviluppo economico e schiavitù infantile

~ L'Africa occidentale comprende undici stati che si affacciano sull'Oceano Atlantico e sul
Golfo di Guinea: Isole di Capo Verde, Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone,
Liberia, Costa d'Avorio, Ghana, Togo e Benin.
~ La regione è costituita da una fascia costiera pianeggiante, interrotta da modesti massicci
montuosi. La vegetazione prevalente è la savana arborata, distesa erbosa interrotta da alberi
caratteristici come il baobab e l'acacia e contraddistinta da abbondanti piogge estive e
temperature elevate per tutto l'anno. La densità abitativa è piuttosto alta perché le strutture
create dalla colonizzazione europea garantiscono uno sviluppo economico superiore al resto
dell'Africa centrale: grandi città, porti commerciali e poli industriali permettono a questa
regione di essere inserita nelle rotte del commercio mondiale.
~ È il caso, ad esempio, del Senegal, paese di 10 milioni di abitanti, affacciato sull'oceano e
dotato di un'economia abbastanza moderna, basata su agricoltura (arachidi), pesca, industria
(alimentare, tessile, chimica) e turismo. La popolazione, in netta maggioranza i:nusulmana,
è per metà urbanizzata. Fra tutte le città spicca la capitale Dakar (oltre 2 milioni di
abitanti), che ospita uno dei maggiori porti e aeroporti africani. Il Senegal è inoltre uno dei
pochi stati africani dove vige dà tempo un sistema democratico. Anche la Costa d'Avorio, situata
nel Golfo di Guinea e caratterizzata da un ambiente di tipo equatoriale, dispone di
buone risorse economiche: piantagioni (soprattutto di cacao, di cui è il primo produttore
mondiale), pesce, legname (mogano), giacimenti minerari (petrolio, diamanti), industrie
(zuccherifici, chimica). Queste attività hanno attirato molti immigrati provenienti dai paesi
vicini più poveri (Guinea, Mali e Burkina Faso). Principale centro ivoriano è Abidjan, moderna
città portuale e industriale, con 2,8 milioni di abitanti. Negli ultimi anni, però, il paese, la
cui composizione religiosa ed etnica è molto variegata, è precipitato in una guerra civile ed
è di fatto separato in due sezioni, controllate da opposte fazioni.
~ La situazione di instabilità politica e conflitti interni è peraltro comune a molti paesi
dell'area. Negli ultimi anni particolarmente cruente sono state le guerre in Liberia e Sierra
Leone, che hanno visto anche l'impiego di bambini soldato. È questa una delle varie forme di
schiavitù infantile ("7 lezione 10 unità 6) che interessa tutta la regione. Si calcola che attualmente
200 000 bambini siano ridotti in schiavitù: negli stati più poveri, come Benin o Togo,
le famiglie vendono i figli in cambio di pochi soldi ai proprietari delle piantagioni o li cedono
a trafficanti che promettono di assicurare loro un lavoro in città.

La Nigeria, il «gigante dell'Africa nera»

~ La Nigeria si affaccia sul Golfo di Guinea ed è grande tre volte l'Italia. Il suo territorio è formato
da un altopiano che supera in pochi punti i 1000 mdi altitudine. Il fiume principale è
il Niger, che si getta nel Golfo di Guinea con un ampio delta dopo aver percorso ben 4160 km.
La vegetazione è molto varia: si passa dalla foresta equatoriale, ltmgo la costa, alla savana
nell'entroterra, sostituita nelle regioni più interne e aride dalla steppa. I paesaggi cambiano
secondo il clima, sempre più arido a mano a mano che ci si allontana dall'equatore .
~ Con oltre 124 milioni di abitanti, in costante crescita(+ 2,4% annuo), e una densità di 135
ab/km 2, la Nigeria è il più popoloso stato africano. La popolazione si concentra lungo la co~
sta e poco più della metà vive in aree rurali. Il paese dispone, caso raro in Africa, di una rete
urbana piuttosto strutturata, con numerose città ben distribuite sul territorio. Sulla costa si
trova Lagos, il maggiore centro economico, con rilevanti funzioni portuali, industriali e
commerciali. La città forma un agglomerato sterminato di oltre 9 milioni di abitanti, caratterizzato
da quartieri moderni ed estese baraccopoli. Altre città importanti sono lbadan, Ogbomosho,
Kano e la capitale Abuja, situata nel centro del paese.
~ Sul territorio nigeriano convivono numerosissimi gruppi etnici, più di 200: per questo la
Nigeria è una federazione composta da 36 stati, oltre al territorio della capitale federale. Le
religioni prevalenti sono quella musulmana, diffusa nel nord del paese, e quella cristiana
(soprattutto cattolica e protestante) nel sud. Cospicua anche la presenza di culti animisti. Oltre
ai molteplici dialetti sudanesi, si parla l'inglese. La Nigeria, infatti, si è resa indipendente
dal dominio coloniale britannico nel 1960. Dopo l'indipendenza la vita politica e sociale è
stata segnata dalla lunga permanenza al potere dei militari (dal 1966 al 1999) e dal continuo
ripetersi di scontri etnici e religiosi.
~ Il paese, benché povero, presenta un'economia tra le più attrezzate dell'Africa nera grazie
alle notevoli risorse minerarie di cui dispone. Fondamentale è il petrolio, che costituisce il
90% delle esportazioni.
Il prezioso combustibile ha incrementato la presenza sul territorio delle multinazionali
estere e la gravissima corruzione della classe politica. D'altro canto, esse danno lavoro alla
popolazione, tanto che la Nigeria è oggi un paese d'immigrazione dagli stati dell'Africa occidentale.
Va anche aggiunto che la crescita economica ha provocato il regresso dell'agricoltura,
un tempo fiorente: molte colture tradizionali destinate al consumo interno (cereali) sono
state abbandonate e il paese è oggi costretto a importare generi alimentari. Ancora poche so
no le industrie moderne, con l'eccezione di alcuni stabilimenti di montaggio di autoveicol"
e di pneumatici. La discreta rete stradale e ferroviaria rimane insufficiente a garantire lo svi
luppo economico.

La regione dei Grandi Laghi: paesi uniti da una lingua franca

..,. La regione dei Grandi Laghi deve il nome alla presenza sul suo territorio di tre enormi laghi,
il Vittoria, il Tanganica e il Malawi, cento volte più grandi del lago di Garda. Essa si trova nell'Africa
orientale ed è costituita da cinque stati: Kenya, Tanzania, Uganda, Ruanda e Burundi.
..,. Il territorio è formato da un altopiano diviso da nord a sud dalla RiftValley, ai cui margini
si trovano le cime più alte del continente. A est della fossa tettonica si innalzano il Kilimangiaro
(5895 m) e il Kenya (5199 m), vulcani ormai spenti, mentre a ovest si trova il monte
Ruwenzori (5109 m). Kenya e Tanzania sono bagnati a est dall'Oceano Indiano. Situata a cavallo
dell'equatore, la zona ha un clima caldo, mitigato dall'altitudine e dai monsoni che
spirano dall'oceano. Il-paesaggio predominante è la savana, con le sue erbe alte, verdi durante
la stagione estiva delle piogge, gialle e secche nella stagione asciutta; s'incontrano, però,
anche foreste a galleria lungo i corsi d'acqua .
..,. La regione è popolata da oltre 100 milioni di abitanti, con densità piuttosto elevate nei
pressi dei laghi Vittoria e Tanganica e lungo la costa oceanica. Poche sono le città importanti e
gli insediamenti sono in prevalenza rurali. I centri principali, che superano i 2 milioni di abitanti,
sono Dar es Salaam in Tanzania, Nairobi in Kenya e Kampala in Uganda; queste due ultime
città sono anche capitali nazionali. Numerose sono le etnie presenti, come quelle degli
Hutu e dei Tutsi in Ruanda e Burundi. La tensione tra questi due popoli ha causato lo scoppio
di una violenta guerra in Ruanda (1993-94), che in pochi mesi ha fatto moltissime vittime e
numerosi profughi("'"? il caso, unità 6). Notevoli sono le diversità in campo religioso; anche
qui la popolazione si divide tra animisti, musulmani e cristiani. Va però aggiunto che, a differenza
dell'Africa centrale, alcuni paesi della regione presentano una caratteristica culturale
comune: Kenya, Tanzania e Uganda hanno la stessa lingua ufficiale, lo swahili, parlato anche
nella vicina Repubblica Democratica del Congo. Si tratta di una lingua nata dal contatto tra la
cultura arabo-islamica e quella africana, arricchitasi in seguito (durante il periodo coloniale)
anche di termini inglesi. Lo swahili è stato e continua a essere.una lingua franca o commerciale,
cioè un idioma comunemente usato in tutta l'Africa orientale.
..,. Gli stati della regione sono nel complesso poveri e la loro economia si basa sull'allevamento
nomade e sull'agricoltura, che· intorno ai laghi può disporre di terreni fertili. Il turismo
è una risorsa importante, che si avvale di paesaggi molto suggestivi e di numerosi parchi
naturali (in Tanzania occupano 1/4 del territorio). La mancanza di vie di comunicazione adeguate
e l'instabilità politica ostacolano però lo sviluppo delle attività turistiche.

Il Continente Americano

Il Continente Americano

La storia

..,. I primi abitanti giunsero dall'Asia attraverso lo Stretto di Bering, allora ghiacciato, circ
40 000 anni fa. Essi si dispersero nell'immenso continente americano e svilupparono civiltà
che in molti casi non entrarono in contatto fra loro per secoli. Gli Inuit (esquimesi) si stabilirono
nelle gelide zone artiche, mentre le etnie di cacciatori, pastori e agricoltori, i cosiddetti
«pellerossa», popolarono le grandi pianure settentrionali. Sugli altipiani del Messico e
dell'America centrale fiorirono le civiltà dei Maya, degli Aztechi, dei Toltechi; nella zona
delle Ande, invece, si affermarono gli Inca.
..,. I primi europei a sbarcare in America lungo le coste nordoccidentali furono nel X secolo
i Vichinghi, che però, a causa delle enormi distanze ·e del clima gelido, non colonizzarono le
terre scoperte. Solo dopo l'impresa di Cristoforo Colombo, nel 1492, cominciò la conquista
dell'America da parte degli europei. Inglesi, francesi e olandesi colonizzarono il Nordamerica
e parte dei Caraibi, spagnoli e portoghesi l'America centrale e meridionale. Si delinearono
così, contemporaneamente alla distruzione delle civiltà e dei popoli nativi, due.Americhe
differenti: l'America anglosassone e l'America latina .
..,. L'America anglosassone fu popolata da famiglie di contadini e da comunità religiose di
esuli spinti da motivi ideali, come la realizzazione di una società più giusta di quella del proprio
paese d'origine. Con grande intraprendenza e laboriosità essi sfruttarono le favorevoli
condizioni ambientali e ben presto svilupparono fiorenti attività economiche. Già nel Settecento
il Nordamerica disponeva di una florida economia agricolo-commerciale e alla fine
dell'Ottocento di un moderno e potente sistema industriale capitalistico.
..,. L'America latina, invece, fu sottoposta dai conquistatori spagnoli e portoghesi a un sistematico
saccheggio delle sue risorse naturali, durato fino agli inizi dell'Ottocento. Le terre,
suddivise in latifondi, furono occupate da vaste piantagioni finalizzate solo all'esportazione,
con grave danno dell'agricoltura di sussistenza delle popolazioni locali. Il potere economico
si concentrò nelle mani di pochi proprietari terrieri e minerari.
..,. Già nel 1776 nasceva in America settentrionale un moderno stato indipendente, gli Staf
Uniti d'America, basato su princìpi di libertà politica e civile. In America latina l'indipen
<lenza, raggiunta solo nel 1820, fu seguita da conflitti-tra le ex-colonié e dall'affermazione d
dittature militari. Approfittando della debolezza·economica e politica dell'America


New York, la «Grande Mela»

lii- New York fu fondata nel 1624 dagli olandesi con il nome di Nuova Amsterdam e assunse
quello attuale dopo la sua occupazione da parte degli inglesi (1664). Si sviluppò come centro
commerciale grazie alla favorevole posizione sulla costa atlantica, nei pressi della foce del fiume
Hudson, un tempo la più agevole via di transito verso il Mississippi, i Grandi Laghi e l'Ovest.
lii- L'agglomerato di New York si estende anche nel vicino stato del New Jersey, ma il nucleo
urbano vero e proprio è suddiviso in 5 distretti: Manhattan, Brooldyn, Bronx, Queens e Richmond.
Essi sorgono in parte su alcune isole situate .alla foce dell'Hudson e dell'East Rivere in
parte sulla terraferma. Una fitta rete di ponti (tra cui quello di Brooklyn) e di tunnel sottomarini
collega i diversi distretti. Il Bronx, unico distretto di terraferma, rappresenta un'area
fortemente degradata, mentre Brooklyn, Queens (Long Island) e Richmond (Staten Island) alternano
zone residenziali del ceto medio a vaste aree industriali e quartieri poveri.
lii- Il cuore economico e culturale della città è Manhattan, un'isola caratterizzata da una
pianta a scacchiera regolare e dal celebre skyline, il profilo architettonico formato dai numerosi
grattacieli costruiti in stili diversi da famosi architetti. Manhattan ospita la sede dell'ONU,
la Borsa di Wall Street, prestigiose università (Columbia University) e musei (Metropolitan
Museum, Museum ofModern Art o MOMA). Qui si trovano inoltre Broadway, notissima
strada ricca di teatri sale da concerto e Central Park, il polmone verde della città. La sua parte
settentrionale è invece occupata dai quartieri poveri di Harlem e di Spanish Harlem.
lii- Oggi New York è il più importante polo economico e finanziario del mondo e il maggiore
centro culturale degli USA. È una città fortemente cosmopolita: i suoi abitanti, infatti, appartengono
a ben 150 nazionalità. Le comunità più numerose sono quelle di origine europea
inglesi, irlandesi, italiani, russi, tedeschi; 2 milioni di abitanti sono neri, 1 milione latinoamericani,
200 000 asiatici e oltre 2 milioni sono gli appartenenti alla comunità ebraica.

Il Canada, il secondo paese più grande del mondo

~ Il Canada è il secondo paese del mondo per estensione (dopo la Russia), il quarto per livello
di sviluppo umano ed è una delle prime potenze industriali. È uno stato federale composto
da dieci province e tre territori: uno di questi (Nunavut) è stato istituito nel 1999 per soddisfare
la richiesta di autonomia politica e amministrativa del popolo Inuit (eschimesi). Ex
colonia britannica, il Canada fa parte del Commonwealth e il capo dello stato è formalmente
il sovrano del Regno Unito, rappresentato da un governatore da lui nominato. La capitale federale
è Ottawa, sede del Governo e del parlamento federale .
~ Originariamente il Canada era abitato da alcune popolazioni indigene, tra cui gli Inuit e
diverse etnie di pellerossa tuttora presenti (2% della popolazione). La colonizzazione europea
awenne piuttosto lentamente a causa delle difficili condizioni climatiche e ambientali.
Dopo numerose esplorazioni, tra cui quelle dei navigatori Giovanni Caboto e Giovanni da
Verrazzano, solo nel Seicento le terre canadesi furono colonizzate da inglesi e francesi. Al
termine di una guerra di sette anni tra Francia e Gran Bretagna per il controllo del suo territorio,
il Canada divenne stabilmente una colonia britannica (1764). Il processo di indipendenza
prese awio nel 1867 con la creazione di una Confederazione di territori (Ontario,
Quebec, Nuova Scozia), che ottenne pacificamente un'ampia autonomia amministrativa dal
Regno Unito. Dopo essere diventato membro del Commonwealth (1926), il Canada o.ttenne la
piena indipendenza nel 1931.
~ Anche se nel 1984 la costituzione federale ha riconosciuto i diritti dei diversi gruppi nazionali
presenti nel paese, si manifestano spesso tensioni tra le comunità linguistiche inglese
e francese. La popolazione di lingua inglese è maggioranza nel paese, mentre i francofoni
prevalgono nella provincia del Quebec.


Il mondo attuale

Il mondo attuale

Il mondo all'inizio del terzo millennio

~ Nell'ultimo decennio del Novecento, ha avuto fine la Guerra Fredda, un periodo storico
dominato dal contrasto su scala mondiale tra USA e URSS, cioè tra modello capitalistico e
modello comunista. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica (1991) e di tutti i regimi politici a
essa collegati, gli USA sono rimasti l'unica superpotenza militare, economica e politica del
pianeta. Sul piano della geografia politica, una delle conseguenze più evidenti di questa
nuova situazione è stato l'aumento del numero di stati esistenti (circa 200), dovuto in gran
parte alla disgregazione dell'URSS (15 nuovi stati), della ex Iugoslavia (6) e della Cecoslovacchia
(2), tutti facenti parte del blocco comunista. Per quanto riguarda la geografia economica,
invece, l'effetto più rilevante è stato la globalizzazione dell'economia, cioè l'espansione
del capitalismo nel mondo. Grandi stati e intere regioni (ex URSS, Cina, Indocina, Europa
dell'Est), che fino al 1989 si basavano su un'economia pianificata e avevano rapporti limitati
con i paesi occidentali, si sono trasformati in economie capitaliste.
~ Per la prima volta dopo secoli, oggi l'Europa non svolge più un ruolo centrale, ma è diventata
una delle tante regioni del sistema politico ed economico internazionale. Inoltre
l'anzianità della sua popolazione, la scarsa crescita economica, le molte differenze tra i numerosi
stati presenti al suo interno ne indeboliscono il ruolo in ambito internazionale.
~ Attualmente stanno emergendo nuove potenze economiche e politiche in grado di svolgere
un ruolo internazionale rilevante. È il caso della Cina in Asia orientale, dell'India e del
Pakistan in Asia meridionale, della Turchia in Medio Oriente, del Messico e del Brasile in
· America Latina e del Sudafrica. Si tratta di paesi con una popolazione numerosa, un'economia
in crescita, una posizione geografica importante e una solida identità culturale.
~ La fine della Guerra Fredda non ha portato con sé una nuova era di stabilità e di pace, ma
una situazione di crescente incertezza, segnata da numerosi conflitti. Una serie di tragedie
ha caratterizzato il passaggio al terzo millennio: le guerre e la pulizia etnica nella ex Iugoslavia,
il genocidio dei Tutsi in Ruanda, la sanguinosa ripresa della guerra israelo-palestinese,
gli attentati terroristici di matrice fondamentalista islamica che hanno colpito varie zone
del globo, i conflitti in Afghanistan e Iraq. Inoltre sono ancora numerosi i paesi in cui governi
dittatoriali calpestano i princìpi democratici: libertà di stampa, di culto, d'associazione,
rispetto delle opposizioni ecc. Infine, in un'epoca di notevole sviluppo tecnologico, le avversità
naturali che hanno colpito varie regioni della Terra hanno dimostrato la vulnerabilità
delle comunità umane, anche quelle dei paesi ricchi e avanzati.



L'espansione del terrorismo internazionale

..,. A partire dagli anni Novanta del secolo scorso gli attentati terroristici sono notevolmente
aumentati. Diversi gruppi armati, per evitare lo scontro bellico diretto con potenze militarmente
molto superiori (USA, Russia, Regno Unito), hanno scelto come strategia di lotta
l'attentato (autobombe, uomini e aerei kamikaze, sequestri di civili), molto difficile da prevedere
e da sventare da parte degli eserciti regolari.
..,. Il maggior numero di attentati è stato realizzato da organizzazioni terroristiche di matrice
islamica, la più nota delle quali è Al Qaeda, guidata dal saudita Bin Laden. I terroristi
hanno dichiarato guerra agli USA e ai paesi alleati responsabili, secondo la loro delirante teoria,
di voler annientare la presenza musulmana nel mondo. Essi propugnano la distruzione
dello stato d'Israele(~ lezione 4 unità 16) e intendono instaurare nei paesi islamici la sharia,
la legge coranica. Per questo rifiutano non solo il modello occidentale, ma anche le società
musulmane moderate.
..,. La diffusione del terrorismo islamico iniziò alla fine degli anni Ottanta, al termine del
conflitto in Afghanistan che si concluse con la sconfitta delle truppe occupanti sovietiche a
opera dei muiaiddhin, allora appoggiati dall'Occidente. In seguito gruppi di mujaiddhin si
diffusero in varie regioni del mondo (Bosnia-Erzegovina, Algeria, Africa sub-sahariana, Cecenia,
Pakistan, Indonesia, Filippine) e cominciarono a organizzare attentati contro coloro che
essi ritengono i nemici dell'Islam, identificati principalmente con istituzioni e sedi statunitensi
all'estero .
..,. Il culmine della violenza si è raggiunto con i terribili attentati dell'11 settembre 2001, attuati
per la prima volta sul territorio nazionale americano e rivendicati da Al Qaeda. Nonostante
la forte reazione militare degli USA e dei loro alleati, che hanno attaccato prima l'Afghanistan
e poi l'Iraq, gli attentati terroristici sono continuati sia nei paesi occidentali (Madrid
nel 2004, Londra nel 2005) sia nei paesi musulmani alleati degli USA (Arabia Saudita, Kuwait,
Qatar, Pakistan, Turchia, Marocco, Egitto) e nello stesso Iraq, facendo migliaia di vittime.
..,. Ciò ha provocato un aumento dei conflitti culturali e religiosi, la diffusione di un sentimento
di insicurezza generalizzata e di chiusura verso le culture diverse dalla propria.


L'ONU

~ Gli stati del mondo sono oggi 194 contro i 50 circa dell'inizio del secolo scorso; analogamente
le organizzazioni internazionali sono 350 contro le 37 del 1909. Si tratta di associa-.
zioni a carattere mondiale (ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite) o regionale (Unione
Europea, Lega Araba) che hanno lo scopo di sviluppare tra i paesi aderenti la cooperazione
economica, sociale, culturale e militare (NATO).
~ L'ONU fu fondata alla fine della Seconda guerra mondiale soprattutto per garantire la pace
e la sicurezza nel mondo attraverso la risoluzione diplomatica dei conflitti. Finalità fondamentali
dell'ONU sono anche quelle di garantire il diritto dei popoli a costituire propri
stati, assicurare il rispetto dei diritti umani e favorire lo sviluppo economico, sociale, culturale
di tutti i paesi. La sua sede principale è a New York; altre sedi importanti si trovano a Ginevra,
Vienna, Nairobi.
~ Al momento della sua fondazione (1945), l'ONU contava 51 stati membri; oggi sono 191.
Organo principale dell'organizzazione è l'Assemblea Generale cui partecipano tutti i paesi
membri, ognuno dei quali ha diritto di voto. L'assemblea discute su argomenti di carattere
generale e vota documenti (ad esempio sullo sviluppo sostenibile, sul divario Nord-Sud) che
orientano l'attività delle diverse agenzie ONU, come ad esempio la FAO e l'UNICEF ( ~ pag. -
145). Decidere l'invio delle forze militari di pace dell'ONU spetta però al Consiglio di Sicurezza,
composto da 15 paesi membri. Di questi, 10 sono eletti a rotazione ogni 2 anni, mentre
5 sono membri permanenti: USA, Russia, Francia, Regno Unito (i vincitori della Seconda
guerra mondiale) più la Cina. I cinque membri permanenti hanno diritto di veto, ossia la facoltà
di bloccare con il solo voto di uno di loro ogni decisione del Consiglio.
~ Negli ultimi anni la funzione dell'ONU come mediatrice dei conflitti è stata indebolita
proprio dal veto espresso, di volta in volta, da uno dei membri permanenti. In particolar modo
gli USA, forti del loro potere economico e militare, hanno tentato di uniformare le decisioni
dell'ONU ai propri interessi. Negli ultimi anni l'ONU è stata chiamata a decidere, perlopiù
su proposta degli USA, anche sulla legittimità o meno di una guerra contro uno stato per motivi
di sicurezza (guerra preventiva). È accaduto, ad esempio, per l'Afghanistan (2001) e per l'Iraq
( 2003). In quest'ultimo caso il Consiglio di Sicurezza ha negato l'appoggio alla guerra, ma
gli USA non ne hanno tenuto conto e hanno agito autonomamente, invadendo l'Iraq.
Attualmente è in corso un progetto di riforma della struttura e degli organismi dell'ONU
che non sembrano più in grado di intervenire efficacemente nelle crisi internazionali.


Il settore secondario, industria e petrolio

Le risorse energetiche

~ I consumi di energia sono in forte aumento sia per la crescente richiesta dei paesi in via
di sviluppo, che sono in fase di industrializzazione e di miglioramento del tenore di vita delle
popolazioni, sia per la crescita costante della domanda da parte degli USA e dei paesi europei.
Tra il 2005 e il 2020 è previsto un incremento del 50% dei consumi mondiali di energia.
~ Oggi i 3/4 dell'energia prodotti nel mondo provengono da fonti non rinnovabili, cioè da
materiali esistenti in quantità limitata e che non si possono riprodurre se non nel giro di milioni
di anni. Si tratta di tre combustibili fossili: il petrolio (33%), il gas naturale (22%), il carbone
(20%). Anche l'uranio, con cui viene prodotta tramite fissione l'energia nucleare utilizzata
in molti paesi, è una fonte non rinnovabile. L'uso di queste risorse naturali comporta
problemi ambientali e rischi per la salute dell'uomo.
~ Per il ruolo centrale che oggi svolge, il petrolio è destinato a divenire sempre più raro e
costoso. Infatti, mentre il consumo di «oro nero» è cresciuto rapidamente in ogni parte del
mondo, la sua produzione è rimasta quasi invariata e le sue riserve potrebbero esaurirsi entro
sessant'anni. Le maggiori potenze economiche, a partire dagli USA, dipendono sempre
più dalle forniture di petrolio, che viene estratto oltre che in Medio Oriente (66% delle riserve
mondiali), anche in America Latina (10, 7%), Africa (7%), ex URSS (6%), Nordamerica (6%),
Europa (2%). Proprio per il controllo dell'oro nero in alcune di queste aree (Kuwait, Iraq, Cecenia,
Caucaso) sono scoppiati negli ultimi decenni violenti conflitti.
~ Un'alternativa alla sfrenata corsa al petrolio e al crescente inquinamento del pianeta è costituita
dalle fonti rinnovabili, che non inquinano, non si esauriscono mai e sono ampiamente
disponibili. Le più utilizzate sono l'acqua, con cui si produce l'energia idroelettrica, e
il vento, dal quale si ricava l'energia eolica, in netto aumento soprattutto in Europa (+24%
annuo nell'ultimo decennio).
Anche l'energia solare, prodotta tramite impianti fotovoltaici e centrali termosolari, ha
registrato una crescita costante soprattutto in Giappone, Germania e USA grazie a leggi specifiche
e agevolazioni finanziarie . L'UE, inoltre, si è posta l'obiettivo di raggiungere entro il
2010 una quota del 14% di energia prodotta con fonti rinnovabili.

Il petrolio

Il petrolio deriva, attraverso un processo durato milioni di
anni, dalla decomposizione di vegetali o animali marini
che si depositarono insieme a sedimenti di sabbia e argilla
sul fondo di mari poco profondi, paludi o lagune. In ambienti
privi di aria i resti degli organismi marini fermentarono e
si trasformarono gradualmente in petrolio e gas. Per millenni
i giacimenti di petrolio sono rimasti in profondità, finché
imponenti movimenti della litosfera li hanno riportati
alla superficie o vicino a essa. Per questo grandi giacimenti
di petrolio si trovano nel Golfo Persico, nel Mare del Nord,
nel Golfo der Messico o in regioni interne dell'Asia e dell'America
un tempo sommerse dal mare.
Già conosciuto nell'età antica, il petrolio non era utilizzato
perché le tecnologie allora conosciute non ne permettevano
lo sfruttamento. Il suo utilizzo a fini produttivi iniziò
nell'Ottocento con la seconda rivoluzione industriale, che
introdusse l'industria chimica, le centrali per la produzione
di energia elettrica e il motore a scoppio. Il primo pozzo di
petrolio a fini industriali fu attivato in Pennsylvania (USA)
nel 1859. Gradualmente furono avviate prospezioni, cioè ricerche
nel sottosuolo e nei fondali marini, in diverse regioni
del mondo a cominciare dal Medio Oriente, dove nel 1908 fu
attivato il primo pozzo petrolifero (Iran). Da allora il consumo
di petrolio nel mondo è aumentato costantemente anche
grazie alla sua facilità di estrazione e trasporto, all'elevato
potere calorifico, al suo util_izzo sia come fonte energetica
sia come materia prima, ad esempio, nella produzione di
plastica e fibre tessili artificiali. Il boom dell' «oro nero» $i
ebbe dopo la Seconda guerra mondiale, quando divenne la
principale fonte d'energia al posto del carbone. Da allora in
poi, il prezzo del petrolio è diventato il principale fattore
economie~ internazionale, perché il suo aumento provoca
una catena di aumenti di tutti i prodotti industriali e anche
dei prodotti agricoli e dei servizi. Dal petrolio dipendono
quindi in larga parte gli equilibri dell'economia mondiale.
Per decenni l'estrazione del petrolio, la sua raffinazione e
il suo commercio sono stati saldamente in mano alle «sette
sorelle», un gruppo di potenti multinazionali statunitensi ed
europee che, in cambio del pagamento di minime percen- '
tuali, ottennero dai governi di diversi paesi del Medio Oriente
e dell'America Latina il permesso di sfruttare enormi giacimenti
. .A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, però, i
paesi produttori di petrolio, riuniti nell'OPEC (associazione
dei paesi esportatori di petrolio). cominciarono a riprendere
il cont_rollo delle proprie risorse, finché un decennio dopo
quadruplicarono il prezzo del greggio, ridussero la sua produzione
e decretarono la fine di un'epoca, quella della disponibilità
dell'energia illimitata e a basso costo.
Oggi si stima che vi siano ancora riserve sfruttabili pari a
circa 1550 miliardi di barili di petrolio, contro una disponibilità
iniziale [1859] di circa 2350. Al ritmo di consumo attuale,
tali riserve potrebbero esaurirsi nel giro di sessant'anni.

Il mondo futuro: energia dall'idrogeno

• Un mondo più pulito e più pacifico potrebbe essere possibile grazie all'avvento di un nuovo
sistema energetico basato sull'utilizzo dell'idrogeno, un elemento naturale composto da
molecole che bruciando producono acqua ed energia. A differenza di petrolio e carbone,
quando viene bruciato non emette anidride carbonica (responsabile dell'effetto serra) né ossidi
di zolfo (responsabili delle piogge acide). Rispetto alle altre fonti energetiche rinnovabili
presenta inoltre il vantaggio di poter essere immagazzinato e trasportato sia in forma gassosa
attraverso i gasdotti sia in forma liquida tramite cisterne. Potrebbe essere impiegato come
combustibile per centrali elettriche e impianti industriali, per impianti elettrici o di riscaldamento
domestici, per alimentare i mezzi di trasporto.
• La realizzazione dell'economia all'idrogeno, tuttavia, richiederà molti decenni. Tutto dipenderà
dalla possibilità di abbassare i costi di produzione dell'idrogeno. Infatti esso non esiste
in natura allo stato puro, bensì è legato ad altri elementi con cui forma acqua, rocce, petrolio.
L'estrazione dell'idrogeno da altre sostanze è possibile, ma richiede grandi quantità di
energia. Finora si è riusciti a produrre idrogeno a basso costo energetico estraendolo dall'acqua,
grazie a impianti alimentati da energia solare o da turbine eoliche. Alcuni di questi impianti
sperimentali a energia solare sono in funzione in Germania, Islanda e Arabia Saudita.
Zone particolarmente adatte alla loro installazione sono le aree desertiche rocciose dove non
si verifichino tempeste di sabbia. Si calcola che sarebbe sufficiente un'area desertica poco più
grande dell'Italia per produrre il 40% del fabbisogno energetico mondiale.
• Un po' come avviene già adesso con gli impianti domestici a energia solare, nell'economia
all'idrogeno l'energia non sarebbe prodotta solo dalle grandi società, ma anche dai singoli cittadini.
In tal modo, da semplici utenti essi diventerebbero produttori di energia collegati alla
rete di distribuzione elettrica. Ciò consentirebbe una distribuzione più equa della ricchezza generata
dallo sfruttamento delle fonti energetiche e diminuirebbe il pericolo di conflitti.

La geografia delle attività industriali

~ Le regioni più industrializzate non sono presenti solo nei paesi del Nord del mondo, ma
anche in paesi di nuova industrializzazione nel Sud. Le regioni del Nord con la maggiore
concentrazione di industrie sono: le aree costiere e quella nordorientale degli USA, il Giappone,
l'Europa centro-occidentale, la costa sudorientale dell'Australia. Fra i paesi del Sud
invece spiccano, in Asia, la costa orientale della Cina, le grandi aree urbane dell'India, Taiwan,
la Corea del Sud, Singapore, l'Indocina; in Africa la zona del Transvaal in Sudafrica e
del Cairo in Egitto; in America Latina, infine, il triangolo industriale del Sud del Brasile, le
aree urbane di Città del Messico, Montevideo, Buenos Aires.
~ La diffusione delle industrie è dovuta alla delocalizzazione, il trasferimento di un numero
crescente di impianti ii:idustriali dei diversi settori produttivi (tessile, alimentare, calza- ·
turiero, arredamento, meccanico, automobilistico, elettronico) dai paesi industrializzati a
quelli in via di sviluppo. Questi ultimi, infatti, presentano caratteristiche tali da consentire
migliori profitti ( ~ unità 9). Ad esempio, garantiscono ampia disponibilità di forza lavoro a
basso prezzo, esenzioni fiscali, assenza di diritti sindacali, vie di comunicazione sufficientemente
sviluppate, facile accesso a materie prime, possibilità di realizzare joint-venture con
imprese locali. La delocalizzazione, inoltre, è stata agevolata dallo sviluppo delle tecnologie
tele-matiche, dal miglioramento dei trasporti internazionali e dall'abolizione delle barriere
doganali che hanno reso più facile la spedizione e la vendita dei prodotti ovunque.
~ Se in una prima fase la delocalizzazione ha riguardato la produzione di merci a bassa tecnologia
(scarpe, abiti, giocattoli), negli ultimi anni si è estesa anche alle attività a tecnologia
avanzata ( elettronica e informatica). Alcuni paesi, come Taiwan o Singapore, dispongono ormai
delle attrezzature industriali più avanzate. Inoltre, di recente, il fenomeno ha interessa- 1
to non solo i grandi gruppi multinazionali, ma anche molte piccole e medie aziende.
~ Un altro processo che caratterizza l'industria odierna è la produzione internazionale integrata,
consistente nel realizzare un prodotto con parti fabbricate in paesi diversi e poi assemblate,
cioè montate, in un unico stabilimento (per esempio, l'aereo Airbus 380).

I settori della produzione industriale

..,. I settori industriali tradizionali, quelli di più antica origine, assorbono una grande quantità
di manodopera, impiegano tecnologie poco avanzate e producono beni di basso valore
I commerciale. Ne fanno parte le industrie tessile, metallurgica, calzaturiera, dell'arredamento,
dell'abbigliamento, della lavorazione del legno. Tutte queste attività, divenute poco redditizie
nei paesi più sviluppati, sono state progressivamente trasferite in quelli più arretrati.
..,. Per motivi simili, e perché si tratta di lavorazioni inquinanti e pericolose, è stata spostata
in tali paesi dal Nordamerica, dall'Europa e dal Giappone anche buona parte delle principali
industrie di base. Esse producono beni destinati ad altre imprese che poi li trasformano
in prodotti da vendere al pubblico. Si tratta dell'industria siderurgica (acciaio e ghis_a) e della
petrolchimica, da cui si ricavano benzine, concimi, fibre e materie plastiche.
..,. Ci sono poi i settori industriali maturi, così detti in quanto presenti da un secolo nel settore
secondario. È il caso dell'industria chimica, un comparto che richiede tecnologie molto
avanzate e manodopera altamente specializzata. Essa produce una vasta gamma di prodotti:
vernici, saponi, detersivi, farmaci, cosmetici, esplos_ivi, fertilizzanti, erbicidi e pesticidi, componenti
per automobili e apparecchi elettronici. Altri settori maturi sono: l'industria alimentare,
in fase di evoluzione tecnologica (surgelati, cibi pronti) e tuttora localizzata nel
Nord del mondo; l'industria automobilistica, strettamente legata all'innovazione tecnologica
e alla ricerca di nuovi modelli, ancora concentrata in Europa (30%), Giappone e Corea del
Sud (27%) e USA (11 %). Importanti centri produttivi automobilistici si stanno però sviluppando
in India e in Cina. Molto simile è la situazione della cantieristica navale, dove primeggiano
il Giappone e la Corea del Sud, che producono i 2/3 delle navi varate nel mondo.
..,. I settori ad alta tecnologia, infine, sono l'industria aerospaziale, l'aeronautica, l'elettro- ,
nica, le telecomunicazioni, l'informatica, la farmaceutica, le biotecnologie e l'industria degli
armamenti. Questi settori sono dominati dalle grandi potenze industriali. Agli USA appartengono
il 60% della produzione aerospaziale e il 40% dell'elettronica e dell'informatica.
Anche Giappone e Corea del Sud sono paesi piuttosto avanzati in questi settori, nei quali
hanno realizzato grossi investimenti"in termini di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie.
L'Europa, invece, non dispone di grandi gruppi industriali nell'informatica e nell'elettronica,
mentre è assai progredita nella produzione di telefoni cellulari, d'impianti di telecomunicazione,
nella robotica, nell'aerospaziale e nell'aeronautica.

Il settore terziario - Ricerca svolta

Il settore terziario

Il sistema dei trasporti terrestri

~ Gli spostamenti delle persone e delle merci avvengono attraverso il sistema dei trasporti,
un insieme di reti che avvolge tutto il nostro pianeta. Le reti (stradali, ferroviarie, aeree, marittime)
collegano fra loro alcuni centri principali, chiamati nodi. Uno stato possiede reti di
trasporto più o meno efficienti secondo la loro estensione e densità. Quest'ultima è data dal
rapporto tra la lunghezza delle reti stradali, ferroviarie ecc. e la superficie del territorio.
~ I trasporti su strada svolgono oggi un ruolo centrale negli spostamenti su distanze brevi
o medie: sono cresciuti costantemente e il 78% delle merci nel mondo viene spostato con autotrasporti.
Di pari passo sono cresciuti il traffico automobilistico, la congestione delle principali
vie stradali, l'inquinamento dei centri urbani. Le reti stradali a più alta densità si trovano
in Europa, Nordamerica, Giappone; tra le aree meno attrezzate ci sono invece l'Africa
sub-sahariana, la regione amazzonica, la Siberia.
~ Dei trasporti terrestri fanno parte infine i condotti (oleodotti, gasdotti, elettrodotti), vie
utilizzate non per il passaggio di mezzi di trasporto ma per lo spostamento di risorse energetiche.
Negli ultimi decenni hanno acquisito un'importanza strategica sempre maggiore e
si sono sviluppati soprattutto nelle aree dei paesi produttori di gas e petrolio, corrie il Golfo
Persico, il Nordafrica (gas algerino), la Russia, il Caucaso e l'Asia centrale, l'America andina.



I trasporti marittimi e aerei

..,._ Attraverso la navigazione marittima avviene la maggior parte degli scambi di merci su
lunga distanza. Il trasporto marittimo è più lento degli altri mezzi di trasporto, ma è sicuramente
il più economico e permette di spostare quantità notevoli di merci con una sola nave .
Il suo sviluppo è stato favorito dall'introduzione dei containers (se ne utilizzano 200 milioni
ogni anno), che possono essere trasferiti agevolmente su vagoni ferroviari e autotreni. I grandi
porti internazionali, infatti, dispongono di aree sempre più ampie e attrezzate per accumularli
e spostarli, controllate per lo più dalle grandi compagnie internazionali di armatori.
..,._ Le rotte più battute sono quelle dell'Atlantico settentrionale tra Europa e Nordamerica e
quelle del Pacifico tra Asia e America. I porti principali sono Rotterdam e Singapore. La maggior
parte della flotta navale mondiale appartiene a un gruppo ristretto di paesi, fra i quali
spiccano alcune potenze economiche come il Giappone, gli USA, la Russia, la Cina accanto a
stati di antica tradizione marinara come la Norvegia o la Grecia. In forte crescita sono le flotte
con bandiere di comodo, appartenenti a stati nei quali gli armatori hanno la possibilità
di aggirare le leggi e le imposizioni fiscali vigenti nei loro paesi. È il caso di Panama, Liberia,
Malta, Honduras.
..,._ Il trasporto aereo assorbe quasi tutto il traffico di passeggeri e di merci poco ip.gombranti
sulla lunga distanza. La maggior parte del traffico è concentrato sulle aerovie (corridoi aerei
della larghezza di 18 km, situati a 10 000 mdi altezza, entro i quali gli aerei devono volare
per evitare collisioni) che collegano l'Europa al Nordamerica e quest'ultima all'Asia. I quattro
hubs più importanti per numero di passeggeri sono Londra, New York (circa il 40% dei passeggeri
è assorbito dalle linee interne statunitensi), Chicago e Tokyo. Oggi oltre la metà del trasporto
passeggeri è effettuato da cinque grandi consorzi formati da compagnie aeree di diversi
continenti allo scopo di far fronte alla crescente concorrenza internazionale e coordinare
orari, tratte di volo, tariffe. Il consorzio Skyteam, per esempio, è formato da Delta Airlines
(USA), Air France (Europa), Korean (Asia), Aeromexico (America Latina) e Alitalia.

Il commercio internazionale

..,._ Dopo la creazione del WTO (Organizzazione mondiale del commercio, ~ unità 8) gli
scambi commerciali internazionali sono cresciuti costantemente. Oggi 1'80% delle esportazioni
riguarda prodotti agricoli e industriali, mentre il 20% i servizi. Negli ultimi anni sono
aumentati gli scambi di merci a tecnologia media (autovèicoli, prodotti chimici, elettrici) e
alta (elettronica, telecomunicazioni), di servizi finanziari e turistici, di prodotti minerari; è
diminuito invece il commercio di prodotti agricoli e di merci a bassa tecnologia (tessile, abbigliamento).
Un ruolo rilevante nel commercio internazionale è svolto dalle imprese multinazionali
che ne controllano circa la metà, anche se buona parte degli scambi da queste promossi
awiene tra le loro filiali situate in diversi paesi del mondo.
..,._ Le tre aree del mondo in cui si concentrano i 2/3 degli scambi sono l'Unione Europea, il
Nordamerica e l'Asia orientale. Negli ultimi decenni, in particolare l'Unione Europea ha visto
crescere la sua quota di commercio internazionale in modo costante e costituisce oggi l'area
commerciale più importante del mondo (42,5% del commercio totale), seguita dall'Asia
orientale. Sono in calo, invece, le quote di tutte le altre zone del mondo, specialmente dell'Africa
che detiene solo il 2% del commercio internazionale benché ospiti il 13% della pop9lazione
mondiale.
Tra i singoli paesi, gli USA sono al primo posto (10% circa del commercio mondiale), ma la
loro bilancia commerciale è in passivo: importano molte più merci di quante ne esportino.
Ciò awiene per due motivi: perché consumano più di quanto producano e perché importano
molte merci fabbricate all'estero da multinazionali statunitensi.
..,._ Negli ultimi anni i paesi meno sviluppati, le cui esportazioni si basano su poche materie
prime agricole o minerarie, sono stati penalizzati nel commercio internazionale. I prezzi delle
materie prime sono generalmente diminuiti(~ unità 9). Ciò significa che un paese produttore
di caffè o cacao, a parità di quantità esportata, ha incassato meno denaro, ma contemporaneamente
ha visto aumentare il prezzo di merci importate dal Nord del mondo, come farmaci,
macchinari ecc. Tutto questo non ha fatto altro che accrescere le difficoltà economiche dei paesi
più poveri del mondo.


Il turismo internazionale

~ Nell'ultimo secolo il turismo internazionale è diventato un fenomeno di massa. Questa
crescita spettacolare è stata resa possibile da diversi fattori: in primo luogo l'aumento della
disponibilità di reddito e di tempo libero per molti abitanti dei paesi più ricchi, poi lo sviluppo
dell'aviazione civile internazionale e la costruzione di numerose infrastrutture alberghiere
in alcune aree del mondo, infine la presenza di offerte vantaggiose.
~ Lo sviluppo del turismo è caratterizzato però da un'ineguale suddivisione geografica:
1'80% dei movimenti turistici mondiali è infatti originato dagli abitanti delle città del Nordamerica
e dell'Europa. Inoltre, le zone di destinazione dei turisti provenienti dai paesi ricchi
sono costituite da cinque grandi aree: zona euro-mediterranea (25%), Caraibi (20%), Sud-Est
asiatico (15% ), Europa centro-occidentale ( 20% ), Stati Uniti (15% ). La gran parte dei turisti internazionali
si concentra in non più di cinquanta località di grande richiamo: metropoli o città
d'arte (Parigi, Londra, Roma, Venezia, New York, Los Angeles, Pechino); luoghi di interesse naturalistico
o storico (piramidi egizie, piramidi azteche in Messico, Grand Canyon in Colorado,
Machu Picchu in Perù); stazioni balneari (Mediterraneo, Caraibi, Oceano Indiano), stazioni sciistiche
(Alpi, Montagne Rocciose), grandi parchi di divertimento (DisneyWorld, Legoland).
~ La maggior parte degli enormi profitti prodotti dal turismo internazionale va a quei paesi
del Nord del mondo che, oltre a contare il maggior numero di turisti in uscita, costituiscono
delle aree di destinazione (USA, Francia, Spagna, Italia). A essi appartiene anche gran
parte delle strutture alberghiere dei paesi del Sud del mondo, alle cui popolazioni resta solei
una piccola parte del denaro derivante dalle attività turistiche.
~ Proprio la prospettiva di lauti guadagni ha portato in molti casi alla realizzazione di aeroporti,
autostrade, villaggi, alberghi che hanno irrimediabilmente danneggiato paesaggi ed
ecosistemi. Inoltre, specie nei paesi più poveri, se da una parte il turismo ha portato a un aumento
del reddito per le località interessate al fenomeno, dall'altra ha sconvolto le usanze locali
introducendo piaghe sociali come la prostituzione e il consumo di droghe. Per far fronte
a questi problemi recentemente si sono diffuse forme di turismo responsabile, che privilegia
viaggi e soggiorni rispettosi degli ambienti naturali e delle culture locali.

Gli scambi finanziari

~ Il rapido sviluppo delle telecomunicazioni e l'abolizione, con la globalizzazione, di norme
che regolavano la circolazione internazionale del denaro hanno determinato un aumento
enorme degli scambi finanziari nel mondo. Questi consistono nel comprare e vendere
prodotti finanziari come, ad esempio, azioni (quote di proprietà di aziende) e valute (le varie
monete in circolazione). La maggior parte degli scambi avviene nelle Borse valori, luoghi
collegati fra loro grazie agli strumenti telemat_ici. Le Borse più importanti si trovano nei paesi
più sviluppati del Nord del mondo e nelle aree di recente sviluppo dell'Asia orientale. Le
tre principali sono quelle di New York, Tokyo e Londra.
~ Gran parte delle enormi somme impiegate in questi scambi non hanno alcun rapporto
con l'economia reale. Ciò significa che non sono usate per acquistare merci o finanziare la
costruzione di uno stabilimento industriale, ma per speculare sulla continua compravendita
di monete diverse, sulla discesa o sul rialzo del valore di azioni, titoli di stato ecc. Tuttavia
l'economia mondiale è sempre più condizionata da questi movimenti di denaro decisi nelle
Borse e nei mercati finanziari. Il fatto di trasferire capitali dalle Borse di un paese a un altro
può provocare gravi crisi finanziarie, come quelle che hanno colpito negli anni scorsi i paesi
dell'Asia orientale e dell'America Latina.
~ Buona parte dei capitali circolanti è depositata nei paradisi fiscali (33 000 miliardi di dollari
secondo I:ONU) paesi dove le tasse sono minime o inesistenti e non ci sono controlli sull'origine
del denaro depositato. Grazie alla tecnologia telematica, inoltre, le banconote ormai
non circolano più e i movimenti di denaro sono ridotti a semplici «segni informatici»
che compaiono solo sui computer.
Ciò ha reso anche molto più facile il riciclaggio di denaro sporco derivante da attività illecite
delle organizzazioni criminali e terroristiche, che depositano i propri profitti nei
paradisi fiscali e li rjutilizzano acquistando azioni, valuta pregiata (cioè le monete più forti,
come il dollaro statunitense, l'euro o lo yen) o altri beni.

La ricerca scientifica e tecnologica

• I paesi più sviluppati del mondo basano sempre più la propria economia sul settore della
ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie e di prodotti high tech, come computer, software,
aerei, satelliti, robot, nuovi materiali, fibre ottiche, farmaci, organismi geneticamente
modificati (OGM) e purtroppo anche armi nucleari, chimiche e batteriologiche. Questo consente
loro di competere con maggior forza nel campo dell'economia mondiale e prevalere
sugli altri paesi.
• Gran parte (77%) della spesa mondiale per la ricerca e lo sviluppo è concentrata nelle tre
principali aree economiche del globo: USA, Unione Europea, Giappone. Ciò significa che un
numero limitato di paesi possiede la maggior parte dei brevetti relativi alle tecnologie più
avanzate e ai prodotti high tech. La proprietà delle tecnologie appartiene di solito a grandi
gruppi multinazionali, ma anche a università e ad altre istituzioni pubbliche.
Gli USA primeggiano nella produzione ed esportazione di beni high-tech del settore aerospaziale,
precedendo di poco l'Unione Europea, che prevale nettamente nel settore farmaceutico.
Nei prodotti elettronici (computer, lettori DVD ecc.) e nelle telecomunicazioni
(telefoni, TV, radio) sono invece i paesi asiatici di nuova industrializzazione (Corea, Taiwan,
Singapore, Malaysia, Cina) a dominare nelle esportazioni mondiali; questo avviene, però,
perché le più importanti multinazionali statunitensi, europee, giapponesi, proprietarie dei
principali brevetti di questo settore, hanno trasferito in quei paesi le loro produzioni.
• I paesi in via di sviluppo sono di fatto esclusi dal possesso di brevetti perché i costi per so- ·
stenere i settori della ricerca sono molto elevati. Nel migliore dei casi, infatti, ricercatori e
tecnici di questi paesi lavorano sul posto ma per conto di grandi gruppi multinazionali, che
poi depositano presso gli uffici europei o statunitensi i brevetti relativi alle nuove tecnologie
prodotte. A questo fenomeno si accompagna quello della cosiddetta «fuga di cervelfo, cioè
l'emigrazione di tecnici qualificati dai paesi meno progrediti verso i laboratori di ricerca di
USA ed Europa.